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Corap: si dimette il commissario, riforma a rischio

CATANZARO Si dimette Oliverio, ma è Giulio, non il governatore Mario. Anche lui, fino a ieri, ha comunque avuto un ruolo di primo piano nelle dinamiche regionali: era il commissario straordinario che…

Pubblicato il: 14/06/2016 – 13:17
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Corap: si dimette il commissario, riforma a rischio

CATANZARO Si dimette Oliverio, ma è Giulio, non il governatore Mario. Anche lui, fino a ieri, ha comunque avuto un ruolo di primo piano nelle dinamiche regionali: era il commissario straordinario che avrebbe dovuto realizzare la fusione dei cinque consorzi industriali calabresi. G. Oliverio ha invece ufficializzato il suo passo indietro a pochi metri dal traguardo. Il Corap, infatti, avrebbe dovuto essere operativo entro la fine di giugno, dopo le ripetute proroghe concesse per permettere alle singole Asi, in particolare quelle di Reggio Calabria e Cosenza, di approvare i bilanci. Sembrava tutto a posto, con il nuovo Consorzio unico pronto a iniziare la sua attività nel segno del taglio agli sprechi e di un maggiore impegno nell’intercettare investitori esterni. Ora la riforma, ideata nel 2013, è di nuovo ferma al palo. E il rischio, a questo punto molto concreto, è che i tempi per l’istituzione del Corap possano slittare sine die.

IL RETROSCENA Fonti interne confermano che il decreto per la nascita del nuovo Consorzio già ieri fosse pronto per essere firmato in giunta dall’altro Oliverio, il governatore. Ma, per motivi non ancora chiariti, l’esecutivo avrebbe scelto di tenerlo ancora in ghiaccio. Una decisione che avrebbe infine spinto il commissario a lasciare l’incarico, dopo un lavoro durato più di un anno.

L’INCARICO Oliverio era stato nominato commissario per lo scioglimento e la liquidazione dei cinque Consorzi il 6 marzo 2015. Con un compito preciso: mettere in pratica i dettami previsti dalla legge 24 del 2013, quella sul riordino degli enti regionali. «Con questo atto – aveva commentato il presidente Oliverio – si accelera il processo del tanto atteso superamento delle Asi, in direzione della razionalizzazione dell’utilizzazione delle risorse, del taglio degli sprechi e dell’affermazione di un disegno unitario, a sostegno delle attività produttive e industriali anche al fine di favorire il sistema delle imprese e l’attrazione di investitori esterni alla Calabria. Già sul versante del conferimento della spesa, si determinerà un vantaggio in conseguenza del superamento delle strutture preposte alla direzione delle Asi». L’iter, però, è stato più travagliato del previsto.

PROBLEMI I primi problemi nascono già nell’agosto successivo, quando l’assessore al ramo, Carmen Barbalace, e l’intero esecutivo evidenziano «l’esistenza di criticità e ritardi» nella definizione del percorso necessario a raggiungere l’obiettivo indicato dalla legge 24. I conti delle Asi non sono a posto: prima di battezzare il Corap bisogna quindi approvare tutti i bilanci. La giunta allora presenta in consiglio regionale una legge che posticipa al 30 giugno 2016 il termine per la costituzione del Consorzio industriale unico.
Nel frattempo vengono approvati i bilanci dal 2010 al 2014, così come quelli delle Asi di Reggio e Cosenza. Poi ci sono le certezze consegnate ai dipendenti del Consorzio dello Stretto, a cui vengono assicurati i pagamenti di tutte le 13 mensilità arretrate.
Si è a un passo da una riforma fondamentale, sembra la fine di una storia infinita. Ieri il colpo di scena: con G. Oliverio che si fa da parte e M. Oliverio costretto a ricominciare (quasi) daccapo.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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