COSENZA Cosenza fa i conti con l’emergenza rifugiati e con l’incapacità di trovare un posto dove far dormire, sia pure in modo temporaneo, i circa trenta curdi e pakistani che da ieri avevano piantato delle tende in piazza XI Settembre. La soluzione è tutta nella parola data per telefono dal sindaco Mario Occhiuto, che si è impegnato ad ospitare a spese del Comune i migranti in alcune strutture alberghiere della città, almeno fin quando dalla Prefettura non giungerà una soluzione diversa.
La giornata difficile era cominciata presto, quando la polizia aveva con una certa durezza sgomberato le povere tende e portato in Questura i rifugiati che chiedevano il rispetto dei loro elementari diritti di persone. Poi in modo beffardo erano giunte le multe della polizia municipale – verbali da 450 euro – che sanzionavano i rifugiati per aver lasciato sul selciato della piazza le loro coperte e qualche bottiglia.
Nel pomeriggio i militanti di Prendocasa, che sostengono nella loro battaglia i rifugiati, hanno organizzato una conferenza stampa per spiegare alla cittadinanza i fatti e quando hanno annunciato di voler aprire simbolicamente una delle tende, la polizia è intervenuta, rendendo tesa una situazione che fino a quel momento era rimasta del tutto tranquilla. È solo dopo quest’ultimo fatto che è comparso in piazza il neo assessore alla Povertà, Fedele Bisceglie, che assieme ad alcuni esponenti del comitato di protesta si è recato in Questura. Dalle autorità di polizia è giunta la massima disponibilità a trovare una soluzione alla presenza dei trenta rifugiati, ai quali prima possibile sarà fornita una sistemazione dignitosa tramite l’intervento del Ministero, tuttavia i tempi per realizzare questo proposito non sono apparsi brevi e occorreva trovare un posto dove far dormire queste persone. La palla così è passata nuovamente al Comune, ma il monaco assessore era andato via e il sindaco non era rintracciabile. Solo alla fine Occhiuto ha risposto alle mille telefonate e ha garantito il pagamento degli alberghi per dare ospitalità ai rifugiati per il tempo necessario richiesto da Questura e Prefettura.
Michele Giacomantonio
m.giacomantonio@corrierecal.it
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