CASTROVILLARI Il procedimento sull’omicidio del muratore di San Cosmo Albanese, Carmine Avato, si avvia al processo. È stata, infatti fissata per il 20 settembre, in Corte d’Assise a Cosenza, la prima udienza del processo che vede imputati Salvatore Buffone, 31 anni, cognato della vittima, accusato di essere il mandante dell’omicidio e Cristian Dulan, 30 anni, origini romene, indicato come l’esecutore materiale dell’agguato mortale compiuto nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2015. In quella data, Avato, tornando a casa da una serata in pizzeria, è stato freddato, appena sceso dalla propria auto, da sei colpi calibro 7,65 di cui uno fatale al cuore.
GIUDIZIO IMMEDIATO CAUTELARE Il gip di Castrovillari Letizia Benigno ha accolto la richiesta del pm Maria Grazia Anastasia e ha disposto nei confronti di Buffone e di Dulan il giudizio immediato cautelare, un procedimento giuridico entrato a far parte del codice di procedura penale nel 2008 e che prevede il giudizio immediato dell’imputato, ossia di andare subito a processo, senza passare dalla conclusione indagini e dall’udienza preliminare. Si può richiedere entro 180 giorni dall’esecuzione della misura cautelare.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Chiara Penna per Buffone e dall’avvocato De Luca per Dulan, ha ora 15 giorni di tempo per prendere visione di tutti gli atti e decidere se optare per un rito alternativo. Attualmente, tra l’altro, Dulan si trova ristretto nella casa circondariale di Avellino e Buffone da un mese si trova a Terni. “Questo costituisce un ulteriore ostacolo alla difesa”, ha dichiarato l’avvocato Penna, la quale ha nominato come propri consulenti la criminologa Flaminia Bolzan – nominata dalla Procura di Roma per il caso Luca Varani -, il medico legale Ido Lista e l’esperto di balistica Lopez.
L’ARRESTO Dulan e Buffone sono stati arrestai lo scorso 27 dicembre, data in cui i carabinieri della Compagnia di Corigliano hanno rinvenuto a casa di Dulan una pistola calibro 7,65 della quale il giovane ha cercato di disfarsi all’arrivo dei militari. Sottoposto a interrogatorio, Dulan ha dichiarato di avere ricevuto da Buffone, diversi mesi prima del delitto, la richiesta di uccidere il cognato perché, a suo dire «maltrattava la famiglia della sorella». Dulan ha poi affermato di avere ricevuto dal mandante 500 euro. Ma non erano soldi per il lavoro svolto. Erano, ha dichiarato il romeno, «a titolo di rimborso spese per i miei movimenti». Nel corso delle proprie dichiarazioni al pm che conduce le indagini, Dulan ha raccontato di essersi ubriacato la sera dell’omicidio. Ha detto di avere avuto paura di Buffone. Una versione dei fatti che, al momento, nonostante alcuni punti critici, come rilevato nel corso del Riesame, continua a convincere i giudici.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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