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ALCHEMIA | Cantieri ad Alta Velocità (mafiosa)

LAMEZIA TERME «L’unica speranza è st’alta velocità se riuscisse, se partisse che riesco a metterci il becco dentro in qualche modo». Lo dice Orlando Sofio che, per la Dda di Reggio Calabria, è uno …

Pubblicato il: 20/07/2016 – 9:53
ALCHEMIA | Cantieri ad Alta Velocità (mafiosa)

LAMEZIA TERME «L’unica speranza è st’alta velocità se riuscisse, se partisse che riesco a metterci il becco dentro in qualche modo». Lo dice Orlando Sofio che, per la Dda di Reggio Calabria, è uno dei referenti delle cosche della Piana di Gioia Tauro in Liguria. E sarebbe in stretto contatto con il consigliere del Pdl di Novi Ligure Libero Pica, un dipendente della società Itinera, collegata al consorzio Cociv, general contractor per la realizzazione del Terzo Valico, la Tav Genova-Milano. È anche grazie a certi rapporti che i clan provano a infiltrarsi nei lavori. E «dalle indagini – scrive il gip – è emerso l’interessamento dell’intera cosca ai lavori dell’infrastruttura».
In una conversazione intercettata dagli investigatori era lo stesso Sofio a spiegare all’interlocutore di poter riceve dei lavori in subappalto da Pica, che aveva già acquisito gli appalti sui lotti interessati dal percorso. I lavori sarebbero stati realizzati con i mezzi delle imprese di Carmelo Gullace (anche per lui il gip ha disposto il carcere). «Io sto sperando per sto Terzo Valico – dice Sofio – quando ci dissi mi devi dare il lavoro, io mi prendo in carico tutti i camion che ho nella cava di Nino (Gullace, ndr)…li buttiamo dentro…». E sempre con lo stesso schema – puntare ai subappalti, dove i controlli sono meno rigidi – le imprese edili e di movimento della cosca Raso-Gullace-Albanese sarebbero riusciti ad intercettare dei lavori della cooperativa “Coopsette”. Il sistema era semplice: le imprese presentavano dei preventivi gonfiati che, grazie alla complicità di dipendenti corrotti, venivano approvati. Il surplus rispetto alla reale entità dei lavori costituiva il guadagno per le cosche e la mazzetta per i dipendenti infedeli.

COCIV: NOI ESTRANEI Il consorzio Cociv si dice totalmente estraneo alle indagini della Procura di Reggio Calabria. E, in una nota, informa che «le notizie pubblicate non coinvolgono né hanno coinvolto il Consorzio stesso». «Ciò che si registra è solo la presenza di alcuni marginali fornitori di servizi, le cui società sono partecipate, in quota di minoranza, da alcuni dei soggetti sottoposti a custodia cautelare nel procedimento penale riportato dagli organi di stampa», sottolinea il Cociv.

«CI SIAMO DIETRO TUTTI» Le cosche, secondo le indagini, per agevolare l’apertura dei cantieri e non rischiare di perdere i lavori, alcuni membri si sarebbero apertamente schierati con il movimento “Sì tav”. Così, gli uomini ritenuti vicini al clan si trovano a fronteggiare gli ostacoli degli ambientalisti. La grande opera rallenta per via delle continue manifestazioni. In Liguria si accendono assemblee pubbliche e presidi contro gli espropri. Si bloccano le trivelle per i carotaggi, i ritardi sono importanti. Bisogna escogitare contromosse. E Sofio manifesta l’intenzione di appoggiare i comitati spontanei favorevoli alla realizzazione del Terzo Valico, offrendo il proprio aiuto per raccogliere le firme. «Devono fare un comitato “Sì Tav” e devono mettere i cosi in giro – dice – per raccogliere le firme, tanto per… mi dice io ti do un blocchetto eh… gli ho detto: va bene! non è un problema! però in cambio una cosa… una mano lava l’altra». I lavori fermi iniziano a innervosire gli interlocutori: «Lo so che c’è la Tav, perché comunque ci siamo dietro tutti… il problema è che adesso cominciamo, a parte che non ci sono soldi… ma cominciamo a fare casino a destra e a sinistra».

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