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LA SANTA | Romeo si rivolge al Riesame

REGGIO CALABRIA Ha aspettato l’ultimo giorno utile, ma alla fine ha presentato richiesta di Riesame l’avvocato Paolo Romeo, raggiunto in carcere dalle accuse formulate nei suoi confronti nell’ambit…

Pubblicato il: 28/07/2016 – 10:11
LA SANTA | Romeo si rivolge al Riesame

REGGIO CALABRIA Ha aspettato l’ultimo giorno utile, ma alla fine ha presentato richiesta di Riesame l’avvocato Paolo Romeo, raggiunto in carcere dalle accuse formulate nei suoi confronti nell’ambito dell’indagine Mammasantissima. Contestazioni da cui il legale, già detenuto per estorsione aggravata dalle modalità mafiose e altri reati, presume di potersi difendere, ma che a detta dei magistrati restituiscono a Romeo il suo reale profilo criminale. Finito in carcere come reale dominus dell’affare “Perla dello Stretto” mediato in favore dei clan, raggiunto poi da altre accuse che lo inquadrano come reale regista degli appalti pubblici in città, grazie al “fido” dirigente comunale Marcello Cammera, solo con l’indagine Mammasantissima Paolo Romeo è stato svelato come dirigente della cupola massonico-mafiosa che da decenni dirige la ‘ndrangheta. Un profilo che si pone in linea di continuità con quanto i pentiti di lui hanno sempre dichiarato, come pure con le tante emergenze investigative emerse nel corso di anni in differenti indagini.
Ex deputato del Psdi, a lungo referente per l’eversione nera, condannato in via definitiva per concorso esterno come consigliori dei clan, ma indicato dai pentiti anche come facilitatore per alcune delle stragi degli anni neri della Repubblica, per il pm Giuseppe Lombardo, Romeo è il vero regista criminale della vita politica, amministrativa, economica e imprenditoriale di Reggio Calabria, per decenni piegata ai desiderata della componente riservata della ‘ndrangheta reggina. Una cupola impastata dell’élite dei clan e della massoneria, che con l’inchiesta Mammasantissima ha iniziato ad essere svelata. Una vera e propria direzione strategica dei clan, di cui Romeo è dirigente, insieme all’avvocato Giorgio De Stefano, servita per infiltrare ed infettare le istituzioni. Un compito – ricostruisce la Dda – che tanto Romeo come De Stefano hanno svolto personalmente fin quando non sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari, quindi hanno delegato a personaggi “riservati” forgiati allo scopo, come il senatore Antonio Caridi. È lui per il gip Domenico Santoro uno dei «personaggi nuovi e puliti ma disponibili ad operare nella direzione strategica individuata dal De Stefano e dal Romeo affinché gli interessi della ‘ndrangheta potessero trovare concretizzazione mediante una vera e propria infiltrazione degli enti di rango costituzionale, tanto locali che nazionali. Basta richiamare gli elementi di prova riguardanti le modalità in cui i due indiziati hanno continuato a fissare i loro appuntamenti ed a gestire la vita pubblica di questa città e della sua provincia per dimostrare il superiore assunto». Un dato che adesso Romeo presume di poter confutare di fronte al Riesame.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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