REGGIO CALABRIA Una maxioperazione antidroga è stata portata a termine dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il supporto del comando provinciale di Napoli, che hanno dato esecuzione in provincia di Reggio Calabria e di Napoli – con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria – a quindici provvedimenti cautelari personali disarticolando un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina per conto delle potenti cosche di ‘ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro, Crea e Pesce.
I soggetti arrestati sono stati coinvolti nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Vulcano” svolta dal nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria – Gico – Sez. Goa, culminata lo scorso 14 luglio con l’esecuzione di dodici provvedimenti di fermo di indiziato di delitto e il sequestro di oltre 80 chili di cocaina purissima rinvenuta all’interno di uno degli oltre 1500 containers imbarcati sulla nave mercantile “Msc Poh Lin” – sottoposta a sequestro e a perquisizione dai finanzieri – attraccata presso lo scalo portuale gioiese lo scorso 7 luglio. Nell’occasione, l’organizzazione criminale aveva pianificato una nuova metodologia d’importazione dello stupefacente, la quale prevedeva – grazie al diretto coinvolgimento del comandante della cargoship Msc Poh Lin – il trasbordo del carico illecito direttamente in mare su un’altra imbarcazione e non più, come finora riscontrato, attraverso il metodo del c.d. rip-off (attuato mediante estrazione dei borsoni contenenti lo stupefacente direttamente all’interno del porto). La minuziosa organizzazione del trasbordo è testimoniata da diversi “pizzini” rinvenuti all’interno della cabina in uso al comandante, sui quali erano appuntati la dicitura “80 kg” con l’indicazione del numero del container sul quale la droga era inizialmente stata caricata, nonché uno schema riepilogativo delle varie fasi attraverso cui si sarebbe dovuta articolare l’operazione di trasbordo, la quale sarebbe stata attuata anche mediante lo spostamento fisico della cocaina ad un nuovo container, il cui numero sarebbe stato tempestivamente comunicato dallo stesso comandante all’organizzazione criminale.
A tal fine, proprio per garantire l’inviolabilità delle comunicazioni relative ai traffici illeciti, i sodali hanno utilizzato telefoni
cellulari dedicati e dotati di sofisticati sistemi di criptazione, nonché adottato dei codici alfanumerici – con i quali cifrare ogni messaggio – come quelli annotati tra gli appunti rinvenuti all’interno della cabina in uso al comandante o nelle abitazioni di taluni soggetti finiti in carcere. In esito a tali attività ed alla luce delle ulteriori risultanze investigative, il competente giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Reggio Calabria ha emesso appositi provvedimenti cautelari, nei confronti dei seguenti soggetti, già destinatari dello stesso provvedimento di fermo di indiziato di delitto. Si tratta di Michele Zito, 41 anni, custodia cautelare in carcere; Francesco Gioffré, 42 anni, custodia cautelare in carcere; Caterina Ursida, 39 anni, custodia cautelare in carcere; Ernesto Madaffari, 41 anni, custodia cautelare in carcere; Antonio Pavia, 37 anni, custodia cautelare in carcere; Rosario Cunsolo, 41 anni, custodia cautelare in carcere; Giuseppe Nicolaci, 48 anni, custodia cautelare in carcere; Pacifico Belcastro, 31 anni, custodia cautelare in carcere; Tomaso Concas, 59 anni, arresti domiciliari; Luigia Di Casola, 56 anni, arresti domiciliari; Dayana Concas, 28 anni, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; Gabriello Savarese, 68 anni, custodia cautelare in carcere.
Inoltre, in ragione dei più approfonditi ed articolati elementi investigativi relativi ai profili finanziari del traffico illecito, il menzionato gip ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dei seguenti ulteriori tre membri dello stesso sodalizio criminale: Giovanni Manglaviti, 52 anni, titolare di fatto di una società esercente l’attività di commercio al dettaglio di prodotti surgelati; Achille Rocco Scutellà, 28 anni, già detenuto per altra causa; Giuseppe Pataffio, 27 anni, già detenuto per altra causa. Ai destinatari della misura sono stati contestati, a vario titolo, i reati di acquisto ed importazione di stupefacenti nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga (artt. 73 e 74 Dpr 309/1990) con le aggravanti della transnazionalità e delle modalità e finalità mafiose (artt. 4 L. 146/2006 e 7 L. 203/1991).
Di particolare rilevanza la contestazione, tra gli altri, nei confronti di Michele Zito, Ernesto Madaffari e Giuseppe Pataffio del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso (di cui all’art. 416-bis c.p.), per essere organici alla cosche di ‘ndrangheta Piromalli-Molè e Pesce egemoni nei comuni di Gioia Tauro e Rosarno, a loro volta inserite nel mandamento tirrenico, e per aver operato avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che si creavano nel citato territorio.
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