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Sgarbi: evitare che Cosenza sia un'altra Amatrice

COSENZA Evitare che Cosenza diventi una seconda Amatrice. È questa la priorità di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte – da alcuni mesi assessore al Comune di Cosenza con delega al Centro storico – l…

Pubblicato il: 26/08/2016 – 15:55
Sgarbi: evitare che Cosenza sia un'altra Amatrice

COSENZA Evitare che Cosenza diventi una seconda Amatrice. È questa la priorità di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte – da alcuni mesi assessore al Comune di Cosenza con delega al Centro storico – lo ha ribadito ai microfoni del Tg5 nel corso di un’intervista in cui ha fatto un’analisi della situazione post terremoto del centro Italia. «Io come assessore di Cosenza – ha detto – ho deciso di mettere in sicurezza il più bel centro storico del Meridione, e non vorrei che un giorno fosse completamente cancellato da un terremoto». E ha aggiunto: «Per cui si parta da un campione in Italia e si faccia capire che occorrono metodi precisi di prevenzione. Per la ricostruzione occorre seguire quelle linee guida che sono i progetti con cui sono stati fatti i monumenti. Si può ricostruire ma è chiaro che è molto meglio prevenire. Occorrerà partire e io voglio partire da Cosenza visto che è una città meravigliosa». 

IL SINDACO OCCHIUTO:  «Le parole pronunciate da Vittorio Sgarbi, assessore al Centro storico di Cosenza, durante uno speciale televisivo su rete nazionale, fanno tornare attuale la lettera che scrissi nel maggio del 2012 all’allora premier Monti e al ministro Barca chiedendo interventi urgenti per la nostra città vecchia, gioiello dell’Italia meridionale e di certo tra le più belle d’Europa». Il sindaco Mario Occhiuto prende spunto dalle dichiarazioni di Sgarbi per ricordare come già quattro anni fa investì personalmente le istituzioni del governo centrale della questione rischi nella zona antica del capoluogo bruzio. «La lettera che trasmisi era la collazione di tutte le peculiarità artistico-culturali presenti nel centro storico e la necessità di metterlo in sicurezza – precisa Occhiuto – proprio in virtù della sua collocazione in un’area fortemente sismica. Citai la relazione del geologo Carlo Tansi, attualmente dirigente regionale della protezione civile, il quale (rifacendosi a propri articoli e a una vasta pubblicistica) scriveva testualmente: Il territorio comunale di Cosenza ricade in una regione geologica in cui risultano evidenti gli effetti della tettonica recente e attiva… la sismicità della regione è infatti definita con ipocentri localizzati nei primi 15 km con i maggiori terremoti caratterizzati da magnitudo comprese tra i 6,1 e i 7,1 corrispondenti ad intensità microsismiche pari a IX-XI gradi della scala mcs. Tra questi eventi si caratterizzarono le sequenze del 1783, nel cosentino, che devastarono l’intera Calabria meridionale… Nella missiva trasmessa al governo sottolineai come le tre caratteristiche della vulnerabilità dell’edificato, della pericolosità del luogo e del valore in gioco fossero altamente presenti nel nostro centro storico. Il risultato fu che non ricevetti alcuna risposta e oggi, a distanza di oltre quattro anni, ritengo doveroso chiedere un incontro a breve con il presidente Renzi per esporre nel dettaglio le ragioni sapientemente sintetizzate da Sgarbi. Il centro storico di Cosenza – prosegue Occhiuto – contiene tracce del lungo palinsesto storico che parte dalla presenza romana, attraversa l’arrivo di re Alarico e la caduta dell’Impero, conosce l’acme catartico nel Medioevo grazie a Federico II e si nutre di ulteriore ricchezza nei periodi del Rinascimento e del Barocco. C’è la necessità di una protezione degli abitanti e delle cose che parta da una serie di interventi cosi riassumibili nei seguenti punti: 1) interventi localizzati immediati eseguiti a tappeto con procedure standardizzate, con azioni semplici ma efficaci come la messa in opera di catene in aderenza ai maschi murari e di ritegni antisfilamento per le travi di legno e le putrelle dei solai; 2) demolizioni controllate delle strutture pericolanti meno significative dal punto di vista architettonico-storico e messa in sicurezza delle vie di esodo; 3) un avanzamento generale omogeneizzato che tenga conto dell’unicità del centro storico». Mario Occhiuto ribadisce: «Il Comune di Cosenza non può far fronte da solo ad un’azione così radicale e incisiva, pertanto credo che lo Stato italiano possa intervenire sulla nostra città attraverso un atto preventivo, a testimonianza di un’inversione di tendenza che miri a salvaguardare le persone e quelle cose che, delle medesime persone, sono patrimonio di tradizione che ne fanno una comunità. Mi auguro che su questo argomento tutte le forze politiche, i rappresentanti istituzionali, il mondo accademico, remino nella stessa direzione eliminando qualsiasi divisione precostituita, nell’esclusivo interesse della città e della salvaguardia della sua bellezza».

mi.mo.

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