Reggio onora De Sena
REGGIO CALABRIA Un parco delle periferie per cui si è impegnato che porta il suo nome, una stele che ne ricordi volto e meriti, un premio che incoroni chi sarà in grado di vivere esistenza e professi…

REGGIO CALABRIA Un parco delle periferie per cui si è impegnato che porta il suo nome, una stele che ne ricordi volto e meriti, un premio che incoroni chi sarà in grado di vivere esistenza e professione come servizio alla Calabria, un concorso per le scuole destinato a disegnare i confini della “Città futura”, una mostra sulla storia della polizia che trasformi «la memoria di quello che è stato in una promessa di quello che sarà». Sono queste le iniziative con cui Reggio Calabria ha deciso di rendere duraturo e permanente il proprio legame con Luigi De Sena, «meridionalista gentile» che da prefetto si è innamorato e ha fatto innamorare di sé la città. Per illustrarle, l’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Falcomatà e l’associazione Società libera, di concerto con la famiglia di De Sena, hanno invitato a parlare amici, colleghi e successori di quello che il sottosegretario Marco Minniti non ha esitato a definire «il più grande prefetto della storia della città». Ma non è stato solo questo.
SERVITORE DELLO STATO Personaggio poliedrico, in grado di vestire panni e funzioni diverse – dopo la carriera in polizia e nell’intelligence, è stato prefetto, quindi senatore – Luigi De Sena è stato sempre un servitore dello Stato. Un uomo mite ma fermo, che ha fatto della gentilezza un tratto distintivo e un metodo efficace per affrontare le situazioni delicate e pericolose che nella vita è stato chiamato a gestire. Così lo ricorda il sindaco Giuseppe Falcomatà, per il quale «in una città che ha bisogno di esempi, Luigi De Sena lo è stato. Qui, in una città di frontiera, lui ha vinto la sua scommessa su Reggio Calabria. Per questo, Reggio è oggi una città su cui lo Stato può puntare».
PUNTO DI RIFERIMENTO Di De Sena ricorda invece il suo convertirsi in un naturale punto di riferimento per la gente e un modello per i colleghi, il questore Raffaele Grassi. Un intervento commosso il suo, fatto da chi ha diviso percorsi e sfide con il poliziotto poi diventato senatore. «Maria Grazia, la moglie di Luigi, mi ha detto che lui voleva essere ricordato semplicemente come Luigi De Sena, senza cariche o funzioni che lo qualificassero. In questa sua semplicità, sta tutta la sua grandezza – afferma Grassi – e io non posso che ringraziarlo per il patrimonio di umanità lasciato alle generazioni».
OMAGGIO QUOTIDIANO Un lascito che chi ha dovuto ricoprire la carica di prefetto dopo De Sena, ha imparato a riconoscere negli atti del predecessore. «Facciamo ogni giorno qualcosa per ricordare Luigi De Sena, che abbiamo imparato a conoscere dalle tracce che ha lasciato – dice il prefetto Claudio Sammartino, ormai alla fine del suo mandato – Se oggi fosse qui, gli direi che stiamo continuando la sua opera perché qui lo Stato è presente ed è una presenza forte», testimoniata anche con fatti concreti. Oltre 10 milioni di euro – ha spiegato Sammartino sono stati impiegati e velocemente spesiper ristrutturare 11 immobili sequestrati alla criminalità organizzata, ma anche per dotare di nuove attrezzature e 125 autovetture – consegnate tutte oggi – le forze di polizia. «La squadra Stato – conclude il prefetto – sostiene i cittadini per bene e la gente per bene e questo è un contributo doveroso e quotidiano alla figura di De Sena».
OBIETTIVO, BENE COLLETTIVO Un uomo – aggiunge il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Gaetano Paci – «che con la sua esistenza ha incarnato i migliori valori repubblicani, è stato un vero servitore dello Stato, in grado di mettere a disposizione delle istituzioni non solo la propria professionalità ma soprattutto la propria umanità». Proprio per questo – sottolinea Paci – è importante e per nulla scontato che Reggio abbia voluto suggellare il proprio legame con De Sena. «Questa terra, come tutta l’Italia, ha bisogno di figure come De Sena, in grado di esprimere non solo competenze professionali, ma anche capacità di interpretare realtà complesse come Reggio Calabria». Non un eroe, ma un uomo che ha fatto il proprio dovere in una terra che diventerà «la città ideale solo quando tutti faranno la propria parte in nome dell’interesse collettivo».
IL POLITICO Un “bene comune” che De Sena ha tutelato anche da politico. Lo racconta l’attuale sindaco metropolitano di Catania, Enzo Bianco, che da ministro dell’Interno, nel 2008 ha conosciuto De Sena come uno dei funzionari di polizia con cui ha rinnovato il Viminale, lo ha frequentato da senatore, ne ha condiviso poi le battaglie come esponente della fondazione LiberalPd. A Bianco un aggettivo non basta per raccontare il “suo” Luigi De Sena. «Ce ne vogliono almeno sei», dice. Il De Sena che ricorda è un uomo acuto, discreto, saggio, «così coraggioso da non avere necessità di darlo a vedere», dotato di una straordinaria umanità «che faceva di lui un vero servitore dello Stato, ma anche un gentiluomo del Sud».
UNA STORIA D’AMORE E che il Meridione sia stato sempre la stella polare e la caratteristica identificativa di De Sena, senza però macchiare di parzialità la sua opera di servitore dello Stato, lo ha detto chiaramente il sottosegretario Minniti, che da reggino ha saputo cogliere la chiave del rapporto simbiotico fra Reggio Calabria e il suo prefetto: «Luigi è entrato in sintonia con Reggio e ha amato profondamente questa città, l’ha amata in maniera incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio, né pretendere di essere corrisposto. E Reggio questo l’ha capito, così come Luigi ha capito che Reggio come tutte le città che hanno avuto grandi successi e grandi torti, ha bisogno di essere amata». Per questo, secondo Minniti, la decisione della famiglia di assecondare l’amministrazione comunale nella costruzione del percorso che lega Reggio a De Sena non ha fatto altro che «un atto d’amore», perché «la morte non finisce se ha una continuazione in coloro che sono rimasti vivi».
RICORDO VIVO E De Sena rimarrà vivo a Reggio nel parco di San Giovannello che da oggi porterà il suo nome, nel concorso per le scuole che – dice il Direttore Centrale per gli Affari generali della polizia di Stato Prefetto Filippo Dispenza – vuole esaltare la possibilità di «dare ai giovani la scelta su quale futuro avere al di fuori di ogni collusione criminale, nel premio «non estivo» – sottolinea il presidente di Società libera – con cui si cercherà in calabresi e non chi è in grado di mantenere vivo l’esempio di Luigi De Sena, ma anche nel quotidiano degli uomini delle forze dell’ordine che proprio oggi hanno avuto in dotazione nuove attrezzature.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it