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Condofuri si mobilita in difesa dell’«ultima spiaggia»

CONDOFURI Non capita spesso che associazioni e comitati civici che operano sui territori si muovano assieme per una causa comune. E altrettanto raramente succede che, quando si parla di difesa del …

Pubblicato il: 28/09/2016 – 15:47
Condofuri si mobilita in difesa dell’«ultima spiaggia»

CONDOFURI Non capita spesso che associazioni e comitati civici che operano sui territori si muovano assieme per una causa comune. E altrettanto raramente succede che, quando si parla di difesa del territorio e dei beni comuni, si riesca a dar vita ad un confronto serio e scevro da strumentalizzazioni con chi ha il compito di amministrare la cosa pubblica. Invece è ciò che sta accadendo in queste settimane a Condofuri, paese di circa 5mila abitanti che sorge nel cuore dell’area grecanica reggina, dove è stata indetta per sabato prossimo una manifestazione pubblica in difesa del litorale e del paesaggio e a favore di un uso sostenibile del territorio, già piegato da decenni di cementificazione selvaggia.
«L’ultima spiaggia» è il titolo evocativo dell’assemblea organizzata da una serie di realtà attive sul territorio (Pro Loco, Comitato Civico “Pro Condofuri”, Gruppo archeologico “Valle dell’Amendolea”, Associazione sportiva dilettantistica “Condofurese”, Cooperativa “Tutela dell’Aspromonte”, Associazione culturale “Cu.mel.ca.”, Associazione “La tarantella crea dipendenza”, Circolo del cinema “Il pettirosso”) e dall’amministrazione comunale di Condofuri. Un momento di riflessione e di presa di coscienza collettiva, che si terrà l’1 ottobre a partire dalle 17,30 in piazza Regina Pacis (o, in caso di pioggia, nei locali del Centro Giovanile Rempicci), per ragionare collettivamente sul destino della costa in vista di alcune scelte che il Comune dovrà adottare in merito al progetto del lungomare, con la possibilità di confrontarsi e dialogare con esperti come Giuseppe Barbaro (professore associato di Regime e protezione dei litorali dell’Università Mediterranea di Reggio), Giuseppe Bombino (presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte), Rosalba Petrilli (biologa), Piero Polimeni (ingegnere, responsabile Ambiente-Polo di innovazione Energia e Ambiente della Calabria), Salvatore Urso (naturalista), Alberto Ziparo (professore di Pianificazione urbanistica dell’Università di Firenze).
«Finalmente in Calabria, dopo decenni di cementificazione straripante – si legge nel manifesto con cui viene indetta l’assemblea – durante i quali si è sgranato un atroce rosario di scempi del paesaggio banalizzando la maggior parte del territorio, il legislatore regionale ha messo un freno alla distruzione ambientale e creato i presupposti per una rapida inversione di rotta. La legge numero 28 del 2016 recepisce il principio “consumo di suolo zero”, considerando il suolo stesso bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi eco-sistemici, con effetti di prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e in linea con le strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici (il terreno non impermeabilizzato dal cemento assorbe CO2, e ha dunque un ruolo importante nella lotta contro la crescita della temperatura globale). Ai nostri giorni, per esempio, è diventato fuori legge il cosiddetto “sacco delle coste calabresi”, cioè la creazione insensata e ipertrofica di infrastrutture, edifici e stabilimenti balneari nelle aree litoranee: la costruzione generalizzata di lungomari, con la conseguente compromissione dei sistemi dunali, si configura ormai come crimine storico, monumento di una maniera archeologica di concepire il turismo, quella connessa al consumo rapido delle risorse su cui si fonda (chi distrugge le dune fa un regalo all’erosione e contribuisce all’eliminazione delle spiagge)».
Come detto, di qui a breve il Comune di Condofuri, il cui fronte costiero beneficia ancora di alcuni preziosi chilometri salvati dalla cementificazione, dovrà riformulare il progetto di lungomare partorito in passato «nel pieno dell’euforia cementizia che finora ha imperversato». «In previsione di questo momento, prima ancora che venisse promulgata la legge regionale citata, le associazioni attive nell’area – si legge ancora nel manifesto – hanno chiesto al Sindaco di consentire un’occasione di riflessione collettiva, favorita dalla presenza di alcuni esperti in grado di fornire alla cittadinanza, agli amministratori e ai tecnici comunali le informazioni essenziali per non consumare la nostra più grande ricchezza (anche economica), vale a dire l’ambiente. Chiamiamo a raccolta dunque la popolazione: è importante ritrovarci in tanti in un’assemblea pubblica durante la quale ci confronteremo non soltanto sulla questione-lungomare ma anche sulla necessità di una nuova visione complessiva del territorio, da abbracciare con slancio dopo tanti anni di degrado e abbandono delle campagne e delle aree interne». All’iniziativa, un’occasione preziosa di confronto sulle risorse primarie del territorio, parteciperanno anche sindaci e amministratori locali dei Comuni vicini.

s. pel.

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