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Estorsione a Rende, il mistero di "Maverick"

COSENZA La ricostruzione delle indagini è stata al centro del processo sulla presunta estorsione a un macellaio di Rende da parte di presunti esponenti delle cosche cosentine. Sul banco degli imput…

Pubblicato il: 18/10/2016 – 13:11
Estorsione a Rende, il mistero di "Maverick"

COSENZA La ricostruzione delle indagini è stata al centro del processo sulla presunta estorsione a un macellaio di Rende da parte di presunti esponenti delle cosche cosentine. Sul banco degli imputati Fabrizio Provenzano, l’unico che ha scelto il rito ordinario. In abbreviato sono stati già condannati Mario Gatto (8 anni di carcere) e Renato Mazzulla (6 anni e 8 mesi). I fatti, contestati dal pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni, risalgono al settembre del 2014. Secondo l’accusa, il modus operandi era sempre uguale: i commercianti dovevano fare il «tradizionale regalino di Natale e Ferragosto». Martedì mattina è stata sentita anche la consulente Strano che si è occupata di alcune trascrizioni ma il pubblico ministero della Dda Pierpaolo Bruni ha evidenziato una discrasia tra quanto trascritto dalla consulente e quanto ascoltato dai carabinieri. 
In particolare la discrasia era riferita alla parola “Maverick” con la quale veniva indicato Fabrizio Provenzano (difeso dall’avvocato Riccardo Adamo). Per il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) non sono però necessari altri approfondimenti. Delle attività intercettive ha parlato il maresciallo Roberto De Luca in servizio al Nucleo radiomobile di Rende. Ha riferito delle attività di indagine su un tentativo di estorsione a una macelleria. Del tentativo – che vedeva coinvolto Renato Mazzulla, già condannato in abbreviato – parlavano in un colloquio, intercettato, Adolfo D’Ambrosio e il figlio. Da queste conversazioni emerge – secondo il racconto di De Luca – il coinvolgimento di un certo “Maverick”, che è stato individuato in Provenzano. Secondo le indagini, Provenzano sarebbe stato il braccio destro di Mario Gatto. Il maresciallo De Luca ha detto di conoscere da tempo Provenzano per averlo fermato più volte sia per reati come il furto che per averlo identificato assieme a personaggi della criminalità organizzata cosentina come Michele Di Puppo, Adolfo D’Ambrosio e tanti altri.
In una conversazione tra Mario Gatto e Provenzano i due parlano di Renato Mazzulla facendo riferimento alla gestione del “mercato” delle estorsioni perché «c’era la lamentela di Adolfo D’Ambrosio».
De Luca, in sedici anni di attività su Rende, non ha mai sentito i nomignoli trascritti dal perito Strano e sui quali c’è discrasia con quanto trascritto dalla polizia giudiziaria. Il pubblico ministero ha reso noto al collegio che depositerà entro il 1 dicembre una serie di dispositivi che riguardano esponenti del clan Lanzino legati a questi episodi e la sentenza in abbreviato di Gatto e Mazzulla. Il processo è stato aggiornato al prossimo 22 dicembre per la requisitoria del pm.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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