Stop violenza, Bindi: «Una giornata per spezzare la solitudine»
REGGIO CALABRIA Si è svolta in Prefettura a Reggio Calabria la conferenza stampa convocata dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, a conclusione della manifestazione di…

REGGIO CALABRIA Si è svolta in Prefettura a Reggio Calabria la conferenza stampa convocata dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, a conclusione della manifestazione di mattina sul tema “La Calabria contro la violenza sulle donne”. La delegazione dell’organismo ha voluto un incontro con i giornalisti per affrontare le problematiche relative al rapporto ‘ndrangheta-minori-donne. «Il tema mafia e donne è molto importante per noi – ha affermato Bindi in apertura della conferenza – per questo abbiamo voluto confermare la nostra presenza e vicinanza sul territorio. La protesta non era scontata. Credo che la giornata di oggi sia servita a dare un contributo per rompere la spirale di solitudine, innescata dalla stessa mafia, che da essa prende forza. Oggi c’è stata una risposta delle istituzioni. Per quanto riguarda le misure penali necessarie in merito ai fatti di violenza di gruppo avvenute a Melito Porto Salvo, attendiamo il processo».
Al tavolo con la presidente Bindi, le deputate Enza Bruno Bossio e Celeste Costantino e il prefetto Michele Di Bari, il quale ha commentato favorevolmente il lavoro d’indagine che si sta svolgendo e che «darà presto risposte alla città ed al territorio tutto». Concordi nel sostenere che sia necessario attivare maggiori misure di prevenzione e di controllo nei comuni, già oppressi da un contesto di ‘ndrangheta, i partecipanti al tavolo hanno fatto una riflessione circa l’insufficienza degli strumenti utilizzati finora per combattere la criminalità organizzata. «Evidentemente non ce la caviamo più pensando che lo scioglimento del consiglio comunale sia una soluzione», ha affermato Celeste Costantino, citando il caso di Annamaria Scarfò, vittima nel ’99 a Taurianova dello stesso meccanismo di violenze di gruppo, intimidazioni e poteri mafiosi. «Soprusi di tal fatta non possono rimanere confinati in una dimensione locale – ha continuato Costantino –. Anche se tre casi non fanno sistema, ci mettono nelle condizioni di riflettere sulle nuove generazioni di mafia».
La Commissione ha espresso l’intenzione di farsi interprete anche del fenomeno dei minori non accompagnati, che in Calabria rappresenta un problema ulteriore poiché tiene sempre più spesso occupate le forze dell’ordine, ribadendo il proposito di non lasciare sola a fronteggiare un’altra emergenza una regione che già soffre molto. Enza Bruno Bossio ha sottolineato come il peso dell’elemento simbolico del corteo sia servito a mobilitare il territorio e a dare rilievo alla vicenda, ma ha tenuto ad evidenziare che bisogna dare continuità al lavoro che la commissione sta facendo anche in tema di minori ed immigrati, ponendo particolare attenzione ai minori che crescono dentro le famiglie mafiose. «La commissione antimafia è vicina alla ragazza di Melito attraverso una serie di azioni, spesso riservate – conclude la presidente Bindi –. Lo Stato è chiamato a svolgere l’attività di prevenzione e di controllo. Nessuno è esente. Tutti devono apportare il proprio contributo. Si tratta di formare una classe dirigente e una nuova mentalità. Ciò richiederà molto tempo e investimento da parte delle forze politiche nazionali, perché il problema è enorme, è superiore rispetto alle forze locali. Ci troverete sempre alleati, le leggi non mancano, alcune avranno bisogno di aggiornamento e lo faremo, ma gli strumenti per combatterla sono cultura e presa di coscienza da parte di ciascuno di noi».
red. rc.