Precari giustizia, il bando è un pastrocchio
CATANZARO Rischiano un doccia gelata i cosiddetti “precari della giustizia” che sono stati inseriti nella graduatoria definitiva tra i mille selezionati per lavorare negli uffici giudiziari calabresi…

CATANZARO Rischiano un doccia gelata i cosiddetti “precari della giustizia” che sono stati inseriti nella graduatoria definitiva tra i mille selezionati per lavorare negli uffici giudiziari calabresi. Entro il 26 ottobre, infatti, coloro che sono stati inseriti in graduatoria dovranno compilare una did, ossia una dichiarazione di disponibilità nella quale i candidati selezionati dovranno dichiarare di essere disponibili ad accettare il lavoro e dovranno autocertificare una serie di dati personali e relativi alla propria esperienza formativa. E qui arriva la doccia gelata per i precari della giustizia. Perché alle persone selezionate si chiede una «pregressa esperienza formativa (tirocinio di cui alla legge 92/2012 e alla Dgr 158/2014) presso gli uffici giudiziari». Di più, sul sito di Azienda Calabria Lavoro – l’ente regionale che ha curato questo bando –, scritto in rosso e sottolineato si precisa che «si intende quale pregressa esperienza formativa l’attività di tirocinio di cui alla legge 92/2012, alla Dgr 158/2014 e ad analoghi provvedimenti normativi e/o amministrativi». Ma nel bando questo requisito di formazione non era richiesto. I precari della giustizia, tra i quali un congruo numero è stato inserito nella graduatoria definitiva, sono stati formati lavorando. In parole povere, nel periodo in cui hanno lavorato negli uffici giudiziari sono stati affiancati da personale con esperienza e formati sul campo. All’epoca non hanno fatto l’attività di tirocinio formativo richiesta dalla did, ma assente dal bando. Il rischio, concreto, è quello di essere esclusi dalle selezioni. Fatti entrare dalla porta e fatti uscire dalla finestra, inseriti nella graduatoria definitiva perché in regola con i dettami del bando e scartati per una postilla.
Le conseguenze di questa postilla potrebbero essere una valanga di ricorsi da parte degli esclusi.
IL BANDO Il bando nasce dal decreto n. 2285 del 9 marzo 2016 “Manifestazione di interesse, in attuazione delle Intese raggiunte dalla Regione Calabria e le Corti di appello e Procure generali della Calabria e la magistratura Amministrativa e contabile e istituzioni assimilate, per la selezione di 1.000 lavoratori percettori in deroga o lavoratori disoccupati con pregressa esperienza formativa presso gli uffici giudiziari per un percorso di qualifica in grado di offrire maggiori opportunità lavorative”. Il decreto del dipartimento “Sviluppo economico, lavoro, formazione, politiche sociali” prevede di impegnare la somma di 13.090.000,00 euro sul bilancio 2016. Firmato dal dirigente generale Antonio De Marco e dal dirigente di settore Roberto Costantino, ha dato vita al bando che prevede un «percorso formativo di 24 mesi da svolgere in massimo 20 ore settimanali (5 – 6 giornate lavorative) per tutto l’arco dell’intervento secondo le modalità organizzative dettate dagli uffici nei quali viene prestata l’attività stessa». Ai lavoratori ammessi va un’indennità mensile di 500 euro. Per ottenere l’indennità è richiesta la frequenza del 70% delle 80 ore mensili previste. Per avere il rilascio dell’attestato di qualifica è necessario frequentare l’80% dell’intero percorso formativo. Insomma, un bando di formazione, un percorso di qualifica, che richiede persone con esperienza pregressa, già formate da tirocini a norma di legge. Il risultato è il solito pastrocchio burocratico che rischia di impantanarsi nei ricorsi e aggrovigliarsi su se stesso.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it