LAMEZIA TERME C’è anche una strana, inusuale sovrapposizione tra uffici della burocrazia regionale nella storia del tesoretto dei fondi ex Gescal che, dagli oltre 150 milioni di euro di qualche anno fa, oggi risulta essere sceso, come rivelato qui, a neanche 6 milioni. La vicenda risale ai primi anni della giunta Scopelliti e potrebbe aver contribuito non poco alla dispersione del fondo milionario alimentato per anni dalle trattenute sulle buste paga dei lavoratori. Quantomeno ha contribuito ad alimentare la confusione, perché è evidentemente singolare che due dipartimenti della stessa Regione attingano a un unico conto corrente della Cassa depositi e prestiti in maniera autonoma l’uno dall’altro e, soprattutto, che lo facciano senza passare per il Bilancio regionale.
LA CRONISTORIA Ciò sarebbe avvenuto fin dal 2011, quando a dirigere il dipartimento Lavori pubblici c’era l’ingegnere Giovanni Laganà, nominato dalla giunta di centrodestra guidata da Peppe Scopelliti. Nello stesso anno la legge regionale 47 autorizzava il Dipartimento ad avviare una ricognizione sullo stato di attuazione dei «programmi di edilizia comunque denominati e finanziati» con lo scopo di rendere immediatamente utilizzabili le «risorse disponibili». È sulla base di questa legge che, il 30 luglio 2012, la giunta regionale emana la delibera 347, che rappresenta l’atto di indirizzo per l’elaborazione del “Programma operativo nel settore delle politiche della casa”. Da qui è partito tutto: il provvedimento ha dato origine al “programma operativo” predisposto dal Dipartimento guidato da Laganà e finanziato con i fondi ex Gescal. Il “programma” si tradusse in 7 interventi approvati con appositi decreti da Laganà e dal dirigente di settore Antonio Capristo. Il primo di questi programmi, tanto per fare un esempio, destinava 25 milioni di euro (poi ridotti a 10) ad attività di censimento e ricognizione del patrimonio immobiliare delle Aterp: un provvedimento attraverso cui le ex aziende provinciali procedettero ad “arruolare” personale esterno dando il via all’uso disinvolto delle short list e dei co.co.co. di cui il Corriere della Calabria ha più volte scritto.
CAMBIO DELLA GUARDIA Nell’ottobre del 2013 Laganà si dimette da dg del dipartimento Lavori pubblici e al suo posto viene chiamato Mimmo Pallaria, che ricopre tuttora tale carica. È lui, su proposta del settore competente, a predisporre gli atti che serviranno per le delibere 93, 147 e 452/2014 con cui vengono rimodulati alcuni dei programmi di intervento avviati in precedenza. Il dg non si limita a predisporre gli atti che danno seguito al provvedimento originario, cioè la delibera 347/2012, ma chiede al Ministero delle Infrastrutture un apposito parere in merito all’utilizzo dei fondi ex Gescal. La richiesta di chiarimenti risale al 22 maggio 2014, e il Ministero risponde circa un mese dopo: è noto – spiegano da Roma – che dal 1998 competenze e risorse relative all’edilizia residenziale pubblica sono passate alle Regioni, e i fondi ex Gescal sono passati dal Ministero alla Regione Calabria il 22 marzo 2001. «Ciò premesso – scrivono dal Ministero – ne deriva che l’utilizzo delle risorse finanziarie in questione è nella esclusiva competenza della Regione Calabria (…) Questa amministrazione pertanto ritiene di non essere competente ad esprimere parere» sulla richiesta inviata dal dg.
I DUE DIPARTIMENTI Il “pasticcio” lo si può intuire già leggendo la delibera (319/2016) con cui, lo scorso 9 agosto, la giunta Oliverio ha revocato le tre delibere prodotte quando il dg era Pallaria e, soprattutto, quella risalente all’epoca di Laganà che ha dato il via al “programma operativo”. Nell’atto, in merito alla ricognizione, si fa esplicito riferimento al dipartimento Urbanistica (oggi confluito nel dipartimento Ambiente e territorio) che ha dunque operato con i fondi ex Gescal. Ed effettivamente a confermarlo è lo stesso Pallaria, che spiega che quando, a febbraio 2015, ha assunto ad interim la direzione del dipartimento Urbanistica, si è reso conto «con profondo stupore» che i Programmi di recupero urbano gestiti dallo stesso dipartimento avevano trovato copertura, almeno tra il 2011 e il 2015, sugli stessi fondi ex Gescal. Insomma, pare che nessuno, fino a quel momento, si fosse accorto che due dipartimenti operavano autonomamente sugli stessi fondi destinati, vale la pena ricordarlo, alla gestione delle case per i lavoratori.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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