Da Casini stilettate a D'Alema e Sì alla riforma «imperfetta»
COSENZA Soliti modi felpati, affabile, asciutto. Quadro politico ben chiaro, scenari definiti, con un piccolo, insospettabile, particolare: più renziano dei renziani. Pierferdinando Casini, nella roa…

COSENZA Soliti modi felpati, affabile, asciutto. Quadro politico ben chiaro, scenari definiti, con un piccolo, insospettabile, particolare: più renziano dei renziani. Pierferdinando Casini, nella road map tracciata dai centristi di governo per sostenere il Sì all’imminente referendum costituzionale, passa da Cosenza e non sembra mostrare dubbi: «Se la nostra generazione non ce l’ha fatta a portare a compimento le riforme – ha detto il già presidente della Camera dei deputati – e c’è questo ragazzo che ci sta riuscendo, dovremmo esserne felici, come dei genitori. E invece ci sono degli “anziani” della politica che scaricano bile contro Renzi magari perché non li ha fatti diventare ministro degli Esteri». E già qui a Massimo D’Alema saranno certamente fischiate le orecchie per una stilettata che neanche Maria Elena Boschi passata qualche giorno addietro proprio dalla città dei Bruzi. Saranno i comuni trascorsi nella “Balena bianca”, sarà che «non sono renziano né faccio parte del Pd ma le cose fatte dal premier meritano rispetto», le parole del presidente della commissione Affari esteri del Senato racchiudono un bello spot politico per Matteo Renzi. E di vecchia “Balena bianca” si intravede qualcosa anche nel Salone degli specchi del Palazzo della Provincia cosentina. I Trematerra padre, Gino (che lo segue ovunque) e figlio, Michele, Pierino Rende, Franco Pichierri. Gli onori di casa spettano al presidente in quota democrat dell’ente Graziano Di Natale che prima dei lavori porta Casini a firmare il libro degli ospiti, e in prima fila si vede pure il segretario regionale del Pd calabrese Magorno ma la platea è variegata con presenze provenienti da Acri a Crotone.
Ai giornalisti Romano Pitaro e Maria Francesca Fortunato il compito di intervistare l’illustre leader moderato che spazia per argomenti e prospettive raccontando aneddoti e vicende che lo hanno visto protagonista sulla scena nazionale. Punto primo si vota per un referendum e non sul presidente del Consiglio («Renzi ha sbagliato a personalizzarlo, ma non l’avesse fatto ci avrebbero pensato i suoi avversari»), punto secondo l’esito avrà un impatto decisivo sulla vita del Paese («non è un voto politico ma il no aprirebbe un vero vuoto politico»). Paiono distinguo politichesi da prima Repubblica e invece no. Perché la riforma in molti suoi punti cardine – «come il superamento di un bicameralismo vetusto, l’abolizione di un Cnel che serviva a sistemare gente a fine carriera, e avere un Senato che raccoglierà le istanze dei territori» – modernizzerà l’Italia, attirando «anche nel Mezzogiorno investitori stranieri. Inoltre, agli elettori del centrodestra dico di votarla essendo simile a quella nostra bocciata nel 2005». Certo, non è perfetta, poiché si «doveva dare più poteri al premier visto che ora è primus inter pares cogli altri ministri. E c’è qualcuno che ha persino accusato Renzi di autoritarismo…». Un’occasione unica, insomma, «dato che, passato questo treno, non ne vedremo altri: hai voglia che D’Alema – sempre lui – dice di averla in tasca mentre negli ultimi trent’anni si è passati da una bicamerale all’altra».
Detto ciò, Casini approfondisce il discorso più strettamente politico, il day after. «Votando no si vuole abbattere il governo Renzi senza comprendere che dall’altra parte c’è un’armata Brancaleone, mentre chi sostiene il sì è una coalizione politica. L’alternativa con un centrodestra a trazione Salvini non esiste proprio. Rimane Grillo, il tanto peggio tanto meglio, le firme false e la sindacatura Raggi. Giudicate voi. Ecco perché vogliamo costruire una forza politica di moderati che aiuti i riformisti ad arginare queste forze». Battuta finale sull’Italicum («cambierà, con la possibilità di avere una coalizione e turno unico») e poi di corsa in macchina – insieme a Gino Trematerra ed Ernesto Magorno – per raggiungere Catanzaro. Altro giro, altra corsa.
Edoardo Trimboli
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