«Subito una rete territoriale di sostegno alla gravidanza e alla genitorialità»
COSENZA «Bisogna promuovere buone prassi attivando una rete territoriale locale di sostegno alla gravidanza e alla genitorialità e la collaborazione con gli enti territoriali che si occupano di salut…

COSENZA «Bisogna promuovere buone prassi attivando una rete territoriale locale di sostegno alla gravidanza e alla genitorialità e la collaborazione con gli enti territoriali che si occupano di salute materno-infantile. Occorre coinvolgere le donne fin dalla gravidanza e neo mamme attraverso percorsi di salute in continuità e integrazione con i servizi offerti dal territorio».
È quanto ha affermato, ieri mattina nella sala degli stemmi della Provincia di Cosenza, Monica Zinno, presidente dell’Associazione Infanzia e Adolescenza “G. Rodari”, nell’introduzione che ha aperto i lavori del convegno “Il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare del servizio sanitario (art. 24 convenzione Onu 1989) nei primi 1000 giorni di vita dei bambini e delle bambine: le buone pratiche”.
«I primi mille giorni – ha evidenziato Monica Zinno, presidente dell’associazione che ha organizzato la giornata di studio – sono cruciali per il raggiungimento del pieno potenziale di sviluppo di ognuno di noi, fisico ma anche cognitivo. È stato stimato che non raggiungere il proprio potenziale nei primi anni di vita può far perdere un quarto della capacità di guadagno nella vita adulta. Ma il problema non è solo degli individui, dei bambini in questo caso. Il fatto è che quando si tratta di infanzia si tratta di futuro, di tempi lunghi e di spese lunghe nel tempo. Un Paese, una Regione, che non riesce a promuovere e sostenere un pieno ed equilibrato sviluppo della popolazione pediatrica, insomma, prima o poi paga. Complessivamente anche fino al doppio della spesa destinata in salute».
«La provincia di Cosenza – ha spiegato Gianfranco Scarpelli, direttore Uoc di Neonatologia e Tin, direttore del dipartimento Materno-Infantile Ao Cosenza e presidente in Calabria della Società italiana di Neonatologia – ha 6mila nati all’anno. Con undici punti nascita. La riorganizzazione sta dando buoni risultati, soprattutto nella lotta contro la mortalità infantile. È importante fare informazione e sensibilizzare l’opinione pubblica. L’ospedale di Cosenza ha tra i più grandi centri di terapia intensiva neonatale. Facciamo entrare i genitori perché pensiamo sia essenziale coinvolgerli. Occorre fare rete e non chiudersi a riccio nei propri ambienti. Così come è necessario puntare allo screening allargato che non si fa ancora in Calabria. Investire sulla prevenzione ha una ricaduta superiore a qualsiasi cura».
«Gli ultimi studi sull’epigenetica – ha sostenuto Anna Domenica Mignuoli, presidente del Collegio Ostetriche – ci dicono quanto sia importante investire sulla salute dei bambini nei primi giorni di vita. Avere bambini sani conviene a tutti».
«Sostengo fortemente – ha affermato Graziano Di Natale, presidente della Provincia di Cosenza – chi come l’associazione Infanzia Adolescenza G. Rodari mette a sistema buone pratiche e conoscenza. La salute dei nostri figli è la cosa prioritaria».
«L’approccio comunitario – ha sottolineato Maria Enrica Bettinelli, Senior Advisor Baby Friendly Community iniziative Unicef – è quello vincente. La salute dell’infanzia è sempre la cenerentola delle politiche sanitarie. Il bambino deve stare in un ambiente che lo stimoli. Nei primi 1000 giorni si gioca la partita».
«Le vaccinazioni – ha sostenuto Mario Marino, direttore Spisal servizio prevenzione, igiene e sicurezza e luoghi lavoro Asp Cosenza-Tirreno – sono un’arma fondamentale per tutelare la salute dei bambini. Solo in casi specifici e limitati un medico può sconsigliare la vaccinazione. La vaccinazione è indicativa del rispetto dei Lea, Livelli essenziali di assistenza. Serve formazione continua per i medici vaccinatori. Per fortuna la Calabria è fra le regioni più virtuose quanto alle vaccinazioni».
«Il calendario vaccinale – ha detto Pino Monti, responsabile medico centro vaccinale Crotone – è uno strumento per rendere operativo il sistema. Deve essere uno strumento flessibile. Il primo vaccino si somministra dal 61esimo giorno di vita. Più si abbassa la copertura vaccinale più ricompaiono le malattie. Non dobbiamo mai abbassare la guardia».