Voto Sì al referendum per il cambiamento
Il mio medico di famiglia, che è pure brillante commediografo e raffinato poeta dialettale, tempo fa ha scritto una commedia dal titolo emblematico: “Pu sì e ppu no”, rappresentata con successo al Te…

Il mio medico di famiglia, che è pure brillante commediografo e raffinato poeta dialettale, tempo fa ha scritto una commedia dal titolo emblematico: “Pu sì e ppu no”, rappresentata con successo al Teatro Cilea di Reggio, con la quale spiegava che a volte di fronte ai dubbi ed alle incertezze è sempre meglio non prendere posizioni nette ma che in ogni caso è conveniente non negarsi ai cambiamenti. Insomma un sì è meglio dell’immobilismo interiorizzato, della rassegnazione e della passività.
L’espressione “pu sì e ppu no”, l’aveva sentita dalle parti di Bova, in area grecanica, e probabilmente fa parte del linguaggio antico della Calabria saggia e rurale, istruita alla pazienza e alla sofferenza. Gli era piaciuta quell’espressione e l’aveva adottata per la sua commedia. Quel modo di dire mi torna in mente in questi giorni di conclusione di un dibattito politico arroventato sul sì e sul no.
Io dico che noi calabresi dovremmo dire sì domenica al referendum senza se e senza ma. Il no è vecchio, gattopardesco all’estremo: non fare neanche finta di voler cambiare e mantenere le cose come stanno.
Nella Calabria regno di mafia e corruzione, della politica collusa con poteri criminali il sì (Renzi o non Renzi non è questa la questione) è un segno di rottura con un passato che non passa se non proviamo almeno a farlo passare.
*Giornalista