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I narcos della movida e i «legami stretti con il clan Muto» – IL VIDEO

COSENZA «Siamo molto soddisfatti per il lavoro svolto in pochissimo tempo e assieme alla dottoressa Fasano abbiamo raggiunto un buon risultato». Così il comandante provinciale dei carabinieri di Co…

Pubblicato il: 16/12/2016 – 10:58
I narcos della movida e i «legami stretti con il clan Muto» – IL VIDEO

COSENZA «Siamo molto soddisfatti per il lavoro svolto in pochissimo tempo e assieme alla dottoressa Fasano abbiamo raggiunto un buon risultato». Così il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza Fabio Ottaviani ha illustrato alla stampa i dettagli dell’operazione, condotta dai carabinieri di Scalea e coordinata dalla Procura di Paola, che ha portato al fermo di 25 persone per spaccio di droga nel Tirreno cosentino. Un’indagine portata avanti in poco tempo che ha evidenziato il ruolo delle donne e anche di una ragazza minorenne. Sono emersi inoltre legami anche familiari con la cosca Muto di Cetraro ma su questo «ci sono indagini in corso» – è stato detto – e non si escludono sviluppi.
Anna Chiara Fasano, sostituto procuratore di Paola, che ha portato i saluti del procuratore capo Bruno Giordano assente per impegni di lavoro, ha sottolineato come «si tratti di un’attività di indagine molto complessa e veloce e per questo che ringrazio i carabinieri di Scalea e tutto il gruppo operativo perché hanno lavorato intensamente. Lo spaccio riguardava soprattutto hashish e marijuana». Tutto è iniziato – ricorda il sostituto procuratore – dall’arresto di una persona che ha portato poi a quattro mesi intensi di indagini.
«Abbiamo riscontrato – ha detto ancora Fasano – anche un reato di estorsione aggravata ai danni di uno stesso indagato: l’estorsione è stata causata proprio dai crediti derivanti dalla cessione dello stupefacente». Il sostituto procuratore ha poi evidenziato come «emerge un ruolo molto attivo delle donne sia nei compiti di trasporto sia della cessione singola della droga». L’operazione ha infatti portato al fermo di ben sei le donne. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, i canali di approvvigionamento erano principalmente il territorio di Cetraro e anche Rosarno ma anche su questo aspetto ci sono indagini in corso. «Il provvedimento di fermo – ha dichiarato in conferenza stampa Fasano – è stato necessario per una velocità delle indagini: agire subito è stato indispensabile. Nel corso delle indagini è emerso anche la preparazione di un furto a un supermercato che è stato così sventato dai carabinieri». Inoltre Fasano ha chiarito che «ci sono volti noti della criminalità locale e anche nuove leve. È emerso l’utilizzo di una ragazza minorenne, di quindici anni, non solo come assuntrice della sostanza stupefacente ma usata anche per trasportare la droga. Al momento il reato rimane traffico di droga. Nell’organizzazione il ruolo attivo delle donne si giustifica pure con rapporti di parentela tra gli indagati». Lo spaccio avveniva nei locali della movida dell’Alto Tirreno cosentino ma «su questo ci sono indagini in corso». Così come si approfondiranno i rapporti con la cosca Muto di Cetraro: «Ciò che emerge allo stato con certezza – afferma Fasano – sono legami e rapporti di contiguità familiare e il ruolo di Mandaliti che è il referente del clan sul territorio».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it