A Locri gli scatti da Pulitzer di Gigi Romano
LOCRI Si può fissare la storia in un attimo. Certo, bisogna avere occhio ed esperienza. E a Gigi Romano, locrese, non difettano né l’una né l’altro. La sua personale fotografica è stata un successo…

LOCRI Si può fissare la storia in un attimo. Certo, bisogna avere occhio ed esperienza. E a Gigi Romano, locrese, non difettano né l’una né l’altro. La sua personale fotografica è stata un successo. Inaugurata a Locri, nel Palazzo di Giustizia, il 13 dicembre scorso, raccoglie alcuni scatti storici di una carriera che ha visto l’obiettivo del fotoreporter rivolgersi prevalentemente alla cronaca e agli avvenimenti di politica e di costume della Calabria e della Locride.
Romano ha collaborato per anni con l’agenzia Ansa, è stato fotografo ufficiale di Gazzetta del Sud e di Calabria Ora. Ha collaborazioni costanti con molte e prestigiose testate giornalistiche: Corriere della Sera, Repubblica, Panorama e l’Espresso. Sono sue molte delle immagini più note e significative sul fenomeno dei sequestri di persona: su questo tema ha partecipato alle trasmissioni televisive “Il Rosso e il Nero” di Michele Santoro, “Speciale Tg1” e con la televisione pubblica tedesca. Gigi Romano ha pubblicato libri fotografici tra cui “La rivolta del megafono”, sulla ribellione dei giovani calabresi all’indomani del delitto Fortugno. Sua un’altra foto iconica: quella che ritrae il procuratore Nicola di Gratteri e lo studioso Antonio Nicaso, finita sulla copertina dei libri di Mondadori “Fratelli di sangue” e “Padrini e padroni”. Tra le mostre fotografiche, invece, trovano posto rilevante quella sulla vita politica e l’assassinio del vicepresidente del consiglio regionale Franco Fortugno, inaugurata dall’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, e quella sul Bicentenario dell’Arma dei carabinieri, inaugurata dal procuratore della Repubblica Luigi D’Alessio e dall’allora presidente del Tribunale Bruno Muscolo.
La personale sarebbe dovuta durare fino al 17 dicembre, ma – dopo le numerose richieste giunte – si è deciso di prolungarla fino al 23 dicembre, salvo ulteriori proroghe, come ha spiegato il presidente del Tribunale Rodolfo Palermo. Racconta 40 anni di scatti nella Locride. E alcune foto, stando al lusinghiero giudizio del prefetto Michele di Bari, «meriterebbero il premio Pulitzer. Sono scatti che raccontano questo territorio dai momenti bui della stagione dei sequestri fino alle speranze di oggi, devono servire ai giovani non solo per ricordare la storia della loro terra ma anche come stimolo e monito per attivare percorsi di crescita culturale e sociale oltre che di legalità».
È soprattutto agli studenti che la mostra, infatti, si rivolge. Ma anche agli operatori della giustizia e agli amanti del fotogiornalismo. Si tratta di un viaggio fotografico che, con meno di 50 scatta e senza pretese di completezza, ripercorre una parte importante della recente storia sociale e giudiziaria della Locride. E le istantanee di Gigi Romano raccontano i fatti molto meglio di tanti libri e dibattiti, perché sono capaci di catturare il “picco” dell’evento che immortalano. Non resta che ammirarle.