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Il passo di lato di Orlandino

CATANZARO C’è un’ombra che rischia di indebolire l’azione politica di Orlandino Greco. Prende forma nell’ordinanza con cui il gip distrettuale Assunta Maiore ha rigettato la richiesta di arresto av…

Pubblicato il: 19/12/2016 – 16:28
Il passo di lato di Orlandino

CATANZARO C’è un’ombra che rischia di indebolire l’azione politica di Orlandino Greco. Prende forma nell’ordinanza con cui il gip distrettuale Assunta Maiore ha rigettato la richiesta di arresto avanzata dalla Dda di Catanzaro nei confronti dell’attuale consigliere regionale: «Due mafiosi si arrogavano il diritto di presentarsi nel palazzo comunale, pretendendo l’inserimento negli appalti o somme di denaro». E va bene che le vicende si riferiscono ad un’altra epoca (politica), cioè a quando Greco era sindaco di Castrolibero, ma per il magistrato «costituisce riscontro logico circa l’appoggio elettorale della cosca». Fin qui, potrebbe essere una storia come altre. Il connubio tra politica e clan non è un inedito in Calabria.
Il problema, semmai, è un altro. E riguarda l’opacità che potrebbe accompagnare il percorso politico di Orlandino Greco, che rimane indagato per voto di scambio. Un fardello pesante per il capogruppo del movimento che porta il nome del governatore Mario Oliverio. Che in questi mesi, va detto, è risultato uno dei consiglieri più attivi a Palazzo Campanella.
Oliverio, tra le altre cose, gli ha affidato anche il mandato di rappresentare la Regione nella Consulta dei Calabresi all’estero. In buona sostanza, è il volto delle istituzioni calabresi nell’organismo che rappresenta le migliaia di corregionali che vivono in altri Paesi. Siamo proprio sicuri che sia giusto che a rappresentare la Calabria sia un politico con queste accuse sulle spalle?
Onde evitare di essere tacciati di giacobinismo, meglio essere chiari: qui non si valuta la condotta giudiziaria di Greco. C’è un giudice che ha ritenuto non adottare alcuna misura cautelare nei suoi confronti e questo vale. In gioco c’è altro: l’azione politica di uno dei maggiori azionisti della maggioranza di centrosinistra rischia di indebolirsi, ancor di più se portata avanti da posizioni di rilievo.
Domanda: se non un passo indietro, non sarebbe il caso di un passo di lato? Fuor di metafora: non converrebbe a Greco cedere, in attesa che l’indagine a suo carico si completi, l’incarico di capogruppo? A uscirne rafforzata, in primo luogo, sarebbe la sua immagine di amministratore di successo (e i risultati raggiunti da Castrolibero nell’ultimo decennio sono sotto gli occhi di tutti), ma anche il movimento che porta il nome di Mario Oliverio potrebbe trarne dei benefici. Una mossa del genere toglierebbe un alibi a tutti. Soprattutto ai detrattori di Orlandino Greco.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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