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Il Pd accelera, congressi a febbraio

ROMA Un mese di ascolto dei territori, con al centro i temi su cui il partito è più deficitario (giovani, Sud, disagio economico, sicurezza, immigrazione) e una riunione già fissata alla ripresa dell…

Pubblicato il: 21/12/2016 – 16:01
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Il Pd accelera, congressi a febbraio

ROMA Un mese di ascolto dei territori, con al centro i temi su cui il partito è più deficitario (giovani, Sud, disagio economico, sicurezza, immigrazione) e una riunione già fissata alla ripresa della pausa natalizia. Poi un’assemblea dei circoli – la data cerchiata in rosso è quella di sabato 21 gennaio – per dare voce ai militanti. Riparte da qui Matteo Renzi, che oggi al Nazareno ha incontrato prima i segretari regionali del Pd e poi quelli provinciali per fare il punto dopo l’assemblea di domenica scorsa. Partendo dalla consapevolezza, avrebbe detto Renzi, che il Pd è il primo partito italiano e che il 40 per cento al referendum è un dato omogeneo a differenza del 60 per cento che ha votato no. L’obiettivo è quello di aprire all’esterno i circoli che finora sono stati in gran parte principalmente un luogo di scontro e di conta fra le correnti e quei potentati locali, con i quali il segretario ha promesso di non volere più confrontarsi.
Tra le novità all’orizzonte ci potrebbe essere la convocazione di congressi straordinari per le federazioni provinciali commissariate (come quelle di Reggio Calabria e Catanzaro). Così come potrebbe essere spostato in avanti, a febbraio 2017, il termine del tesseramento al Pd relativo al 2016 (valido per le convenzioni nei circoli che rappresentano la prima fase del congresso nazionale).
Insomma, si inizia a rifondare dal basso per preparare le future sfide. Su tutte quella del sempre più probabile voto in primavera. L’obiettivo non appartiene solo a Renzi, ma anche ai dirigenti locali del Pd. Andare al voto, quindi. E «con qualsiasi legge elettorale – ragiona uno dei partecipanti alla riunione – anche quella che uscirà dalla sentenza della Consulta». Perché se il Mattarellum rimane la base di partenza del confronto per il Pd, lo stesso Renzi ormai è costretto a fare i conti con l’altra possibilità, quella cioè che non si raggiunga in tempo un’intesa in Parlamento.
Dai segretari regionali e provinciali sono poi arrivate una serie di segnalazioni su troppi problemi organizzativi, economici e di comunicazione che il partito vive sui territori. Renzi avrebbe preso nota delle rivendicazioni promettendo un «maggiore impegno» nelle prossime settimane per provare a risolvere le criticità segnalate.
Nessun accenno è stato fatto, almeno ufficialmente, alla nuova segreteria che il leader si appresta a varare dopo la sconfitta referendaria. Nel nuovo organismo, che dovrebbe riflettere la “fase Zen” del segretario, e che vedrebbe la luce in concomitanza con la nomina dei nuovi viceministri e sottosegretari, troverebbero spazio tutte le componenti della maggioranza: renziani, franceschiniani, giovani turchi ed esponenti delll’area guidata dal ministro Martina. I due calabresi uscenti, Stefania Covello ed Ernesto Carbone, al momento non sono ancora sicuri della riconferma. Attenzione alle sorprese: Renzi ha manifestato l’intenzione di coinvolgere i sindaci nella gestione del partito. In questo senso, tra i papabili potrebbe spuntarla il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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