«Sui pesticidi in agricoltura seguire l'esempio della Calabria»
LAMEZIA TERME «Un esempio concreto che parte dalla Calabria». Così Maria Grazia Mammuccini, portavoce della coalizione italiana #StopGlifosato, definisce la scelta della giunta regionale di eliminare…

LAMEZIA TERME «Un esempio concreto che parte dalla Calabria». Così Maria Grazia Mammuccini, portavoce della coalizione italiana #StopGlifosato, definisce la scelta della giunta regionale di eliminare l’uso del diserbante glifosato dall’agricoltura nostrana. Una decisione che ha posizionato la nostra regione tra le prime ad assumere una posizione chiara e netta sull’uso di pesticidi, interrompendo i finanziamenti a chi li utilizza. Soprattutto una scelta autonoma che la Calabria ha portato avanti in attesa di una normativa definitiva da parte della commissione europea, che dovrebbe arrivare entro la fine del 2017. Nel frattempo, le regioni possono decidere in autonomia quale strada intraprendere: se seguire la Iarc (International agency for research on cancer), che considera il glifosato come elemento cancerogeno oppure l’Efsa (European food safety authority) che più volte ha ribadito di come sia improbabile che il principio chimico contenuto in molti prodotti fitosanitari costituisca un pericolo per l’uomo.
La coalizione, costituita da 45 associazioni (tra cui Fai, Greenpeace, Legambiente, Slow food Italia e Wwf) ha dunque voluto rivolgere un accorato appello a tutte le giunte regionali per seguire la decisione calabrese. «Si tratta a nostro avviso di una scelta giusta e doverosa a difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente e per evitare di continuare a spendere finanziamenti pubblici per distribuire prodotti dannosi per la salute e inquinanti per l’ambiente secondo l’assurdo principio che “chi inquina viene pagato” – si legge nella lettera inviata ai presidenti delle Regioni -. Ed è a partire da tale scelta che facciamo appello a tutte le Regioni italiane di seguire l’esempio della Calabria e prendere una decisione che escluda il glifosato dai disciplinari di produzione che lo contengono a tutela della salute dei consumatori e per una produzione di cibo sano e di qualità, la strada che l’Italia ha scelto di perseguire ormai da anni».
La delibera regionale, la n. 461/2016, nonostante il plauso delle associazioni e di tutta coalizione, ha però sollevato qualche polemica interna. Infatti, se da un lato Coldiretti ha accettato con entusiasmo la decisione («Una decisione che genera un futuro trasparente per i consumatori») dall’altro, invece, Agrinsieme l’ha considerata «irresponsabile e dannosa» con un passo indietro da parte della Regione.
Adelia Pantano
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