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San Basile, il tesoro della Calabria su RaiNews

SAN BASILE “La perla della Calabria”: un epiteto che riassume bene il concetto di rarità, quella dell’incontaminatezza, della semplicità, del clima di familiarità che ancora oggi si respira tra le vi…

Pubblicato il: 30/12/2016 – 20:32
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San Basile, il tesoro della Calabria su RaiNews

SAN BASILE “La perla della Calabria”: un epiteto che riassume bene il concetto di rarità, quella dell’incontaminatezza, della semplicità, del clima di familiarità che ancora oggi si respira tra le viuzze di San Basile, in provincia di Cosenza, e che raramente persiste in altri luoghi. È così che il piccolo borgo del cosentino viene annunciato ai microfoni di Rai News 24 nel servizio andato in onda proprio giovedì durante il telegiornale delle 20.30, mentre la telecamera riprende le immense distese di verde circostanti, in cui lo sguardo si perde, e il massiccio del Pollino è lì quasi ad avvolgere la comunità che abita ai suoi piedi.
Ma quello che più di tutto le immagini tentano di restituire è il calore della gente del posto, sono i legami solidi che sopravvivono al tempo, i mestieri antichi portati avanti dalle signore ottuagenarie che sbucano dalle porticine delle loro case, l’ospitalità, l’accoglienza. L’attenzione mediatica riservata a questo comune non si esaurisce, però, soltanto, nella peculiarità dei riti greco ortodossi celebrati nelle chiese cittadine, nelle bellezze naturalistiche, nei costumi tipici o nelle tradizioni secolari di matrice arberëshe portate avanti dai suoi abitanti, c’è di più. Il vero motore dell’interesse collettivo verso un paesino che fino a non molto tempo fa rischiava di scomparire dalla carta geografica, e che oggi è studiato da alcuni atenei italiani – tra cui “La Sapienza” di Roma – come modello di buone pratiche amministrative contro lo spopolamento, è il progetto “Adotta una casa a San Basile”, punto di forza che ha contraddistinto l’azione della giunta comunale sin dal primo insediamento del suo giovanissimo sindaco, Vincenzo Tamburi, 35 anni, ora al secondo mandato consecutivo.
Il piano di recupero, che finora ha fatto registrare un incremento demografico del 4% dal 2011 ad oggi, portando la popolazione a più di mille abitanti, consiste nel mettere in vendita su internet immobili privati caduti in disuso e soggetti a deterioramento a prezzi modici (intorno alle 10 mila euro cadauno), al fine di attirare investimenti esterni che contribuiscano alla rinascita e al ripopolamento del paese. Più che positiva ad oggi la risposta degli acquirenti da ogni parte del mondo (in particolare America, Israele, Francia, Olanda e Germania), che grazie a quest’iniziativa hanno scelto proprio San Basile come luogo in cui stabilirsi, e di coloro che erano emigrati ed hanno finalmente trovato il momento favorevole per poter ritornare. «Il nostro obiettivo, mio e quello della mia giunta, è stato sin dall’inizio quello di trattenere il più possibile le persone qui e creare le condizioni per farle restare –,confessa Tamburi alla giornalista Antonella Gaetani – e il fatto che più di trenta famiglie abbiano comprato casa da noi vuol dire che lo stiamo perseguendo nel modo giusto». Per non parlare dei 31 migranti, in prevalenza famiglie con bambini, che abitano lo Sprar di recente costruzione grazie a fondi europei presso cui lavorano molti ragazzi e giovani laureati del luogo che, perfettamente osmotizzati col resto della comunità e impiegati in attività socialmente utili, danno il loro contributo alla crescita dell’economia locale facendo la spesa nei punti vendita convenzionati (negozi, farmacie, ecc). Ma non è tutto. Tanti sono infatti gli interventi di ammodernamento finora realizzati: una rete wi-fi totalmente gratuita e accessibile a tutti, una webcam che riprende h24 la piazzetta principale, visibile sul sito del comune e pensata per i “nostalgici” che vivono lontano dal proprio paese, una app per andare a caccia – invece che di Pokemon – dei punti da visitare, disponibile anche in modalità interattiva. In breve tempo, sono stati consegnati al piccolo centro un auditorium, il cui progetto è risultato vincitore di un concorso di idee europeo, una nuova segnaletica stradale, un campo da calcetto in erba sintetica e una palestra, una rassegna teatrale estiva, sono state assunte 35 figure operanti nel campo della prevenzione degli incendi boschivi, mentre è prevista in primavera l’inaugurazione di un sentiero naturalistico e di un campo da paintball.
In ultimo, è bene ricordare il Centro di degustazione tipica, sul modello EatItaly, a tre piani, fatto sorgere all’interno del Palazzo Skanderberg, concesso gratuitamente alla cittadinanza dall’omonima famiglia. Una serie di interventi che hanno portato nel giro di pochi anni la disoccupazione a scendere quasi fino allo 0%, a fare di San Basile un paese vivo, dove i giovani desiderosi di restare e di darsi da fare convivono con gli anziani particolarmente longevi del posto (merito forse della vita sana che è possibile condurre?), dove i bambini indigeni frequentano l’asilo insieme ai loro coetanei figli di immigrati, dove tradizione e integrazione con diverse culture convivono in un connubio armonioso impossibile da rintracciare altrove. «Ma c’è ancora tanto da fare, il lavoro manca», sancisce il giovane primo cittadino.
Nel frattempo, un Babbo Natale nero consegna i regali ai piccoli sanbasilesi, e tra le letterine ce n’è una che recita: «Non importa il colore, siamo semplicemente bambini». Le telecamere sono ormai lontane, nel paesino la vita riprende a scorrere tranquilla, e il cartello con la scritta “Shën Vasili” che diventa sempre più piccolo fino a sparire aspetta soltanto di essere, nuovamente, varcato.

Chiara Fazio
redazione@corrierecal.it

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