REGGIO CALABRIA Decreto Reggio, società miste, fondi comunitari e strutture che li gestiscono. Seguite la traccia dei soldi e capirete – davvero – gli assetti di potere (criminale) a Reggio Calabria: è questa una delle indicazioni che Alberto Sarra, ex sottosegretario regionale da luglio in carcere come “riservato” della ‘ndrangheta, dà al pm Giuseppe Lombardo e ai “suoi” investigatori del Ros. Ma per loro non è che una conferma. Da tempo infatti hanno capito che sui grandi rubinetti finanziari sono state giocate le partite politico mafiose di più alto livello, in città e non solo. E poi, già in passato un uccellino ha cinguettato all’orecchio del pm Lombardo l’interesse di un ben determinato gruppo (di potere) sul Decreto Reggio.
LA DENUNCIA DI RAFFA L’uccellino – emerge da uno degli interrogatori di Sarra – si chiama Giuseppe Raffa, che da sindaco facente funzioni – nonché commissario straordinario al decreto Reggio – nel 2012 bussa in Procura chiedendo di parlare con Lombardo. Scopelliti e il suo entourage – denuncia – fanno pressione per mantenere la gestione del sostanzioso finanziamento. Per questo avrebbero mandato un soggetto – «Gianni Artuso» dice immediatamente Sarra, che conosce l’intera vicenda – per spingerlo a firmare una missiva di rinuncia.
IL FILO «Raffa non firma e viene da me a denunciare dicendomi: “Mi volevano costringere perché per loro è fondamentale mantenere la gestione dei flussi finanziari che ruotano intorno al Decreto Reggio che continuava in quel periodo a essere foraggiato mi pare con 14 milioni all’anno”». Una vicenda che Sarra conosce e all’epoca ha seguito da vicino.
VICENDA EMBLEMATICA «Questa cosa di Raffa è emblematica – dice – lei fa bene a evidenziare alcune cose… come veniva tenuto… perché agiscono in questa maniera». E forse non a caso l’ex sottosegretario usa il plurale, riconducendo le pressioni sull’attuale presidente della Provincia al metodo usato non da un singolo, ma da un gruppo. In grado anche – viene ricordato nel corso dell’interrogatorio – di provocare la crisi politica che farà traballare lo scranno del sindaco facente funzioni.
LA BATTAGLIA PER LA PROVINCIA Tensioni – ricorda Sarra – che continueranno ad avvelenare l’ambiente anche quando Raffa decide di tentare la corsa alla Provincia. Io – afferma l’ex sottosegretario regionale – «ho sostenuto Raffa, quando Scopelliti nel duemila e… non voleva… era contro Raffa (…). Tant’è che anche lì io ho litigato con Scopelliti perché dice: “Giusto a Raffa vuoi?”. lo volevo, mi battevo perché fosse presidente della Provincia».
FASCINAZIONE Una battaglia aperta, con tanto di schieramento pubblico, a colpi di comunicati stampa e discussioni di partito, che Sarra ha sostenuto con convinzione. Però, con il senno di poi, l’ex sottosegretario si sente di mettere in guardia il pm Lombardo. «Guardi – lo avverte – che anche Raffa c’è un passaggio sulla città metropolitana e cose… dove anche lui un po’ viene attratto dalla personalità di Romeo». Un uomo, già condannato definitivamente per concorso esterno, per lungo tempo considerato al centro di pagine torbide della storia italiana, oggi tornato in carcere perché considerato espressione della cupola riservata della ‘ndrangheta reggina, a cui tutta la politica – locale e non solo – per anni sembra essersi inchinata.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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