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Anche la loggia dei Liberi Accettati Muratori dice no all'Antimafia

ROMA «Sto pensando ad un provvedimento per cui se un fratello viene arrestato, la Gran Loggia si costituisce parte civile per offesa all’immagine della massoneria». Lo ha detto il Gran Maestro della…

Pubblicato il: 25/01/2017 – 21:11
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Anche la loggia dei Liberi Accettati Muratori dice no all'Antimafia

ROMA «Sto pensando ad un provvedimento per cui se un fratello viene arrestato, la Gran Loggia si costituisce parte civile per offesa all’immagine della massoneria». Lo ha detto il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Antonio Binni, audito oggi in commissione parlamentare antimafia. Per Binni, la criminalità non è mai stata un problema. «Ho sospeso alcune logge solo per morosità»- ha affermato, pur ammettendo che «in Sicilia e in Calabria siamo poco amati, queste regioni hanno una forte spinta autonomistica, non si sentono parte della comunità». Tuttavia il Gran Maestro ha escluso che durante la sua presidenza ci siano mai state «logge deviate o iscritti collusi con poteri criminali». In ogni caso, la commissione si dovrà fidare della sua parola, perché dalla Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori non arriverà nessun elenco. «Io non posso aderire a questa richiesta – ha detto Binni – c’è una legge sulla privacy, voi avete gli strumenti per la presa in consegna degli elenchi e se lo farete vi ringrazieremo, se ci darete delle indicazioni saremo i primi a ringraziarvi». La massoneria che rappresenta – ha spiegato – è nata nel 1908, è composta da 510 logge con più di 8 mila appartenenti. In Calabria le logge sono 60 con 889 fratelli, in Sicilia sono 44 con 468 fratelli. «Fate una legge sulle associazioni, così le cosiddette obbedienze spurie verranno eliminate, prevedendo i principi principali. Una legge del genere in Francia esiste dal 1902; con una legge come questa quello che voi state facendo in questi giorni sarebbe stato inutile. Il mio è un invito accorato», ha detto Binni, sottolineando che le organizzazioni massoniche irregolari sono 197 «un numero enorme». Gli ha risposto a tono la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, ribadendo la richiesta degli elenchi degli iscritti: «La sua richiesta trova i componenti di questa Commissione concordi, il senso di questa inchiesta non è di giudicare la massoneria a cui riconosciamo un ruolo nella storia del nostro Paese, ma per tutelare l’ufficialità e la corretta adesione a dei principi e punire l’uso strumentale dell’appartenenza all’associazione che offre canale di penetrazione ai poteri criminali».

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