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Reggio, protesta dei minori migranti ospiti allo Scatolone

REGGIO CALABRIA «Cosa avete fatto ai nostri amici? Perché li avete portati via?». Sono queste le domande che questa sera hanno spinto una ventina dei minori migranti ospitati allo Scatolone, l’ex cam…

Pubblicato il: 25/01/2017 – 20:07
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Reggio, protesta dei minori migranti ospiti allo Scatolone

REGGIO CALABRIA «Cosa avete fatto ai nostri amici? Perché li avete portati via?». Sono queste le domande che questa sera hanno spinto una ventina dei minori migranti ospitati allo Scatolone, l’ex campo di basket trasformato nella “casa” di centinaia di ragazzini profughi e richiedenti asilo sbarcati nei mesi scorsi a Reggio Calabria, a dirigersi pacificamente verso la Questura. Questa mattina, una ventina degli ospiti sono stati portati via da poliziotti in divisa senza che agli altri venisse fornita spiegazione alcuna. Un banale controllo, pensavano i ragazzi rimasti allo Scatolone. Poi le ore sono passate e la preoccupazione ha iniziato a crescere. Qualcuno dei migranti portati via ha iniziato a inviare messaggi chiedendo aiuto. «Ci hanno arrestati senza dirci perché. Non ci fanno andare via» si legge in uno degli sms che i ragazzi rimasti al centro hanno girato alle associazioni, «Ci hanno portato via senza spiegarci niente, ci tengono qui senza dirci niente. Questa è un’ingiustizia» dice un altro, preoccupato. Nel frattempo, fuori i ragazzi hanno iniziato ad agitarsi.
Pretendono di sapere che fine abbiano fatto i loro compagni, vogliono capire cosa sia successe e perché. Per questo hanno deciso di andare sotto la Questura. Costretti a vivere da mesi in un casermone di lamiera, riempito fino a scoppiare di brandine in tela e fino a qualche giorno fa persino senza alcun tipo di riscaldamento, i ragazzi sono stanchi e provati. Ieri, è bastato l’arrivo di una troupe per portare scompiglio. Chi ha gridato più forte – dicono i ragazzi – oggi è stato portato via. Ufficialmente – fanno sapere da palazzo San Giorgio – si tratta solo di un’identificazione e fra un’oretta i ragazzi dovrebbero uscire. Tutto regolare, dicono dalla Questura. Ma le associazioni pretendono che sia fatta chiarezza, per questo è stata  già allertata  la commissione parlamentare per la difesa dei diritti umani guidata da Manconi.
«Questo è un incubo» mormorano i ragazzi che attendono fuori.  Sognavano di andare a scuola, di imparare un lavoro, di ricostruirsi una vita. Da mesi invece sono le vaschette di plastica dei pasti preconfezionati, che due volte al giorno vengono distribuite dall’associazione nazionale carabinieri, a scandire la loro giornata. Per loro non ci sono programmi di scolarizzazione, attività, corsi di italiano. Il 16 gennaio scorso, al termine di un incontro fra il padrone di casa Michele di Bari, l’assessore alle politiche sociali Nucera, il coordinatore sbarchi di palazzo San Giorgio, sono stati promessi imminenti trasferimenti in vere e proprie strutture dedicate, ma anche cibo a orari più consoni, coperte, un corso di italiano. Oggi però sono arrivate solo le volanti. 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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