CATANZARO Come nel resto d’Italia, anche a Catanzaro il lavoratori del comparto telecomunicazioni si sono ritrovati in piazza per manifestare contro il mancato rinnovo del contratto di settore. Nel capoluogo calabrese, circa una cinquantina di dipendenti si è radunata sotto alla sede provinciale di Confindustria portando con sé bandiere e striscioni: «La ragioni di Confindustria sono inconciliabili con le nostre – dice Andrea Ranieri, di Uilcom Calabria -. Avevamo presentato una piattaforma molto seria e responsabile per il rinnovo del contratto: si era partiti bene nelle trattative dello scorso anno, ma si è arrivati ad una chiusura netta nei confronti delle nostre richieste. Ad oggi si aggiunge la protesta di una parte dei lavoratori Tim».
«La nostra controparte – Asstel, l’associazione che associa le aziende di Telecomunicazioni, ndc – è arroccata su posizioni precostituite – spiega Daniele Carchidi, segretario generale Slc-Cgil Calabria -. La loro idea è quella di abbattere il costo del lavoro e provare a inserire normative rilevate dal Jobs Act sia in materia di articolo 18 che di controllo a distanza. Su questi aspetti c’è il “no” forte delle organizzazioni sindacali e lo sciopero di oggi vuole sottolineare questa posizione».
Durante la protesta, una delegazione di manifestanti è stata ricevuta da Dario Lamanna, direttore generale di Confindustria Catanzaro.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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