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Siamo alla Sacal, cazzu iu!

«Purtroppamente la battaglia per l’occupazione passa attraverso l’assunzione dei figli dei miei elettori», diceva uno dei personaggi meglio tratteggiati di Antonio Albanese, Cetto Laqualunque, poli…

Pubblicato il: 14/04/2017 – 17:17
Siamo alla Sacal, cazzu iu!

«Purtroppamente la battaglia per l’occupazione passa attraverso l’assunzione dei figli dei miei elettori», diceva uno dei personaggi meglio tratteggiati di Antonio Albanese, Cetto Laqualunque, politico calabrese assolutamente privo di scrupoli, dall’accento marcato e dall’intercalare “cazzu iu”. Una carrellata di comizi, quelli di Cetto, tra i quali ce n’è uno post elettorale in cui Laqualunque redige una lunga lista per sistemare i figli degli elettori. Il suo segretario legge i nomi e lui inventa posti di lavoro senza badare ai curricula, alla preparazione, ai titoli di studio:

– Famiglia Di Leo, due maschi
– Tutti e due forestali
– Famiglia Foti due figlie femmine
– Due femmine… infermiere va…

Un personaggio estremo, grottesco, quello di Antonio Albanese, disegnato a linee grosse.
Cambiamo scena, aeroporto di Lamezia Terme, interno giorno.

– … allora, questo è il cugino di mia moglie… figlio di un nostro dipendente
– si è laureato in scienze motorie… ma è laureato
– eh… ah… inglese ottimo…
– eh… l’inglese mi pare che lo conosce…

 Questa volta il protagonista non è Cetto Laqualunque, ma i personaggi dello scandalo Sacal, protagonisti di un assumificio non troppo raffinato.

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D’altronde sono gli stessi, impegnatissimi a sistemare i “figli di”, ad ammetterlo:
– Questa azienda sta prendendo tutti gli scemi…
Se non fosse grave, ed estremamente triste, il bubbone – ma i più lo considerano il segreto di Pulcinella – che è scoppiato all’interno dello scalo aeroportuale di Lamezia Terme, si potrebbe metterlo in commedia. La sceneggiatura è pronta, basta sfogliare le carte dell’inchiesta “Eumenidi”, coordinata dalla Procura di Lamezia Terme. È una corsa sgangherata per poter inserire più figli di amici possibile all’interno di un aeroporto con «sei milioni di euro di debiti». Eppure c’è chi farebbe carte false pur di entrare nel programma “Garanzia giovani”. Dentro ci sono tanti personaggi che nemmeno in Amarcod: i politici, il sindaco, un maresciallo e persino il vescovo. Una città di quasi 80mila abitanti diventa un paesello affamato di lavoro.
E anche i dialoghi di questa commedia non sono male:
– … ricordi che avevamo studiato la possibilità di fare entrare questo ragazzo, lo possiamo assumere dopo anche al parcheggio…
– … siamo che ci sta il sindacato…
E se nonostante le insistenze, le soluzioni proposte, non c’è niente da fare, l’amico del cuore non si riesce a infilarlo da nessuna parte, i toni superano qualsiasi “cazzu iu” di cettiana memoria:
– … ma come cazzo è, ma che cazzo… ma è una caserma qua, mannaia la puttana di Eva. Qui hanno sistemato due città e adesso sono tre anni, puttana di Eva, che non riusciamo ad assumere una persona, e che cazzo è…
Antonio Albanese non ha inventato nulla. Cetto Laqualunque è vivo e organizza assunzioni. Cazzu iu!

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