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SCANDALO SACAL | Una ricetta (in otto punti) per ripartire

LAMEZIA TERME Colmare il vuoto amministrativo, ma come? Non è ancora chiaro se vi sarà un commissariamento (lo hanno chiesto la Procura di Lamezia e la Prefettura di Catanzaro all’Anac, ndr) o la n…

Pubblicato il: 19/04/2017 – 18:06
SCANDALO SACAL | Una ricetta (in otto punti) per ripartire

LAMEZIA TERME Colmare il vuoto amministrativo, ma come? Non è ancora chiaro se vi sarà un commissariamento (lo hanno chiesto la Procura di Lamezia e la Prefettura di Catanzaro all’Anac, ndr) o la nomina rapida e repentina di un nuovo consiglio di amministrazione. L’incontro che la Cgil ha voluto con il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, e con Pino Soriero, già sottosegretario ai Trasporti nel governo Prodi, non ha dato risposte certe, semmai una presa di posizione e qualche ricetta proposta soprattutto dall’onorevole torinese.
Dopo gli arresti e gli avvisi di garanzia, dopo il terremoto che ha coinvolto l’aeroporto di Lamezia Terme e i suoi vertici, l’attenzione si sposta sulla gestione dello scalo internazionale di Lamezia Terme e sul futuro dei dipendenti. Tema dell’incontro, «garantire trasparenza nella gestione Sacal per i lavoratori dei 3 aeroporti calabresi, per i giovani in cerca di occupazione “pulita”, per i cittadini che utilizzano il trasporto aereo».
«Sicuramente come sempre, quando c’è il malaffare, pagano i lavoratori – ha detto Damiano a margine dell’assemblea –. Naturalmente noi abbiamo fiducia nella giustizia che farà il suo corso. Siamo difronte a una situazione molto grave. Quello che bisogna fare è avere continuità. Credo che si debba nominare rapidamente un nuovo consiglio di amministrazione, un presidente di garanzia che sia una persona sganciata da interessi che nulla hanno a che fare con la buona gestione che deve avere l’aeroporto». Nessun commissariamento del cda in carica quindi? Una soluzione fortemente voluta dal segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno che ha fatto esplicita richiesta al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.
«Io non so se si tratta di fare un commissariamento – ha risposto Damiano –  oppure nominare un consiglio di amministrazione e un presidente. Attualmente sono valutazioni che di faranno in queste ore. Quello che non può capitare è lasciare una situazione in sospeso, un vuoto che verrebbe pagato dal territorio e soprattutto dai lavoratori».

 

NESSUNA PRESA DI POSIZIONE AD UN ANNO DAGLI AVVISI DI GARANZIA Nel corso dell’assemblea sono intervenuti alcuni dipendenti dell’aeroporto. «Un anno fa sono stati emanati i prima avvisi di garanzia – ha detto un lavoratore –, si poteva intervenire prima e non l’avete fatto». Alla stoccata dell’operaio si è associato Cesare Damiano ammettendo le colpe del mondo sindacale e politico, accusati di esser stati troppo lenti e di non essere intervenuti quando si cominciava a sentire «puzza di bruciato».

I LAVORATORI STAGIONALI Un tema delicato è quello dei lavoratori stagionali «stanchi di lavorare solo 6 mesi e di restare a casa per il resto dell’anno». Lavoratori che hanno cercato stabilizzazione «con sacrifici e rinunciando agli straordinari». Gli stagionali costituiscono il 50% rispetto agli stabilizzati, è stato detto in assemblea. E c’è chi ha maturati 11 anni di questa vita senza essere stato stabilizzato.

LA SACAL GH «La Sacal Gh è nata nove mesi fa», ha raccontato un dipendente. «È nata già con un milione e mezzo di debiti. Creata per essere messa in vendita». E per renderla più appetibile sono stati tagliati i salari dei lavoratori Il 28 marzo al bando non si è presentato nessuno. «Noi ci sentiamo dipendenti di serie B da svendere».

LA RICETTA DI DAMIANO Dopo gli interventi di Michela Avenoso della Filt Cgil, di Raffaele Mammoliti, segretario generale della Cgil Calabria, e di Pino Soriero, ex sottosegretario ai Trasporti del governo Prodi, che ha affermato che la Sacal «non può essere gestita come un affare di famiglia», è stata la volta della ricetta di Damiano che più esser sintetizzata in meno di dieci punti:
1) Evitare il vuoto di direzione con una scelta che non commetta gli errori del passato.
2) Dare continuità.
4) Creare un interventi di vigilanza attivo. «Non ho la bacchetta magica – ha detto il presidente della commissione Lavoro – ma posso esercitare una pressione».
5) Portare l’attenzione del problema a livello nazionale
6) Organizzare un’interpellanza urgente alla Camera
7) Creare un Cda in cui vi sia un rappresentante dei lavoratori eletto dai lavoratori
8) Organizzare un Piano industriale che tenga insieme le varie attività. Anche perché la cessione di un ramo di impresa serve solo a creare lavoratori di seria A e di serie B.
Le parole sono state dette. Adesso tocca ai fatti.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it