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«L'accoglienza che schiavizza e il silenzio degli ipocriti»

Osservando la brillante operazione condotta dal procuratore Mario Spagnuolo e dell’Arma che ha portato agli arresti di diverse persone (continuiamo a chiamarle così…) ree di avere schiavizzato decine…

Pubblicato il: 06/05/2017 – 12:47
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«L'accoglienza che schiavizza e il silenzio degli ipocriti»

Osservando la brillante operazione condotta dal procuratore Mario Spagnuolo e dell’Arma che ha portato agli arresti di diverse persone (continuiamo a chiamarle così…) ree di avere schiavizzato decine di immigrati si rompe il muro di un’ipocrisia diffusa che tende a non voler vedere ciò che accade dinanzi ai nostri occhi. Cioè, la sopraffazione, il business che acquista prevalenza su tutto e che viene nascosto da lacrime di coccodrillo. 
Uomini trattati come bestie, finanziamenti pubblici drenati senza alcuno spirito caritatevole, sono lo specchio di situazioni diffuse, con connotazioni diverse, che non è saggio rimuovere o liquidare con eccezioni. 
È veramente auspicabile che le capacità investigative della Procura cosentina siano replicate laddove si consuma la sopraffazione, protetta da una visione politica distorta che pensa sia sufficiente far entrare chiunque nel nostro Paese senza poi occuparsi di che fine facciano queste persone. 
È indubbio che in Calabria l’immigrazione così diffusa diventi manodopera di criminalità organizzata e di caporali che non hanno altro fine che quello di sfruttare l’altro. 
Oppure, come è stato ampiamente dimostrato, che essi siano utilizzati come macchine per produrre – senza il minimo rispetto che il diritto naturale ci insegna a coltivare verso qualsiasi altro prossimo – materiale a basso costo. 
O ancora che “vivano” per mesi nella stazione della civilissima e ora progressista Milano, dormendo per terra. 
Può essere sempre e solo la magistratura a bloccare questo vergognoso crimine? No, ed è finanche ultroneo ripeterlo. 
C’è chi sta costruendo fortune economiche sul dramma del Corno d’Africa e c’è un atteggiamento ambiguo e acquiescente di una parte del mondo politico che strumentalizza il significato stesso dell’accoglienza. 
Non possiamo accettare questo dilagante fenomeno di conversione economica che vede albergatori (anche di località ad alta vocazione turistica) trasformare le loro strutture in centri temporanei. 
Qui sta la debolezza di un sistema politico che non sa progettare le opzioni di sviluppo, che lascia fare, che trasforma il fulcro della più importante area montana del Mediterraneo in un agglomerato di speculazioni dove nessuno si preoccupa realmente dell’integrazione reale, dei bisogni, della percezione culturale verso il prossimo in un contesto di povertà indigena che aumenta. 
Indignarsi per le vergognose immagini diffuse dopo l’operazione della Procura di Cosenza e continuare a lasciare le cose come stanno significa semplicemente voler trarre benefici di consenso relativi, con una miscela di conflitti sociali che non può non generare prevaricazioni ed emarginazione. 
Negare ogni possibile rapporto tra alcune Ong e gli scafisti, negare che vi siano centri temporanei che fanno solo del business sui migranti a cosa serve? 
Forza Italia aveva chiesto, in sede di conversione del decreto sulle sicurezza, che vi fossero ispezioni delegate alle forze dell’ordine nei centri di accoglienza e sarebbe bastato rileggere le carte dell’inchiesta su Roma capitale per capire che si trattava di un’esigenza sacrosanta. Ovviamente non raccolta dai buonisti di facciata. 
La rimozione favorisce solo lo scontro, rendendo ancora più ombrosa quella zona dove proliferano i nuovi schiavisti. Non dimentichiamolo. E non lasciamo che le disperazioni si uniscano facendo solo la fortuna dei nuovi “padroni”. Sarebbe delittuoso

*deputato, coordinatore regionale Forza Italia Calabria 

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