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Ricchi premi all’Arsac (ma non per tutti)

COSENZA L’Arsac, come tutti gli enti strumentali della Regione, non naviga in acque dorate. È alle prese con gli sprechi del passato, con una liquidazione complicata che si trascina da anni. Eppure r…

Pubblicato il: 20/05/2017 – 7:12
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Ricchi premi all’Arsac (ma non per tutti)

COSENZA L’Arsac, come tutti gli enti strumentali della Regione, non naviga in acque dorate. È alle prese con gli sprechi del passato, con una liquidazione complicata che si trascina da anni. Eppure riesce a garantire qualche premio ai propri dipendenti. Non a tutti, solo ad alcuni “fortunati”, selezionati senza criteri precisi. Non si tratta di regalie ma di un progetto che, fossimo in un’azienda di Wall Street, promette dividendi corposi. Si tratta di riuscire a vendere parte del patrimonio dell’Agenzia per rimpinguarne le casse. In palio ci sono 430mila euro riservati nel capitolo di spesa «somme accessorie da erogare al personale impegnato nella liquidazione». Dell’attività si occupa la Gestione stralcio, «struttura preposta a espletare le attività di dismissione previste nel Piano di liquidazione». La vecchia dirigenza ne ha sancito la creazione nel febbraio 2016 per poi selezionare la squadra che si occuperà dell’attivita il 19 dicembre dello stesso, in pieno clima natalizio. Tra febbraio e dicembre stanno altri atti interni dell’Agenzia: sono quelli che hanno dato forma al team incaricato di alienare i beni (e riscuotere i benefit). E qui stanno i nodi della vicenda. Il primo: non si sa come i nominativi siano stati “pescati” all’interno del personale Arsac. Il secondo: la maggior parte dei dipendenti individuati appartengono a un contratto che ha caratteri privatistico, e dunque non sarebbero autorizzati a ottenere i dividendi. In tutto questo, dato che i 430mila da spartire, la Regione non ci rimette nulla, non spende un euro. Ma ciò che ha creato trambusto nei corridoi dell’Arsac è l’assenza di criteri di selezione che facessero riferimento alle capacità del personale selezionato o all’esperienza nel settore. 
Sono passati cinque mesi dalla firma dell’atto. E nel frattempo l’Arsac ha cambiato vertici. Al posto di Italo Antonucci è arrivato – il 22 dicembre, tre giorni dopo la delibera “incriminata” – Stefano Aiello. Che, tra gli altri impicci, ha trovato anche il malcontento per il documento che seleziona i magnifici 40 della task force. Da quel giorno, ad Aiello sono arrivate molte segnalazioni dell’anomalia. E, secondo quanto hanno riferito fonti dell’Azienda al Corriere della Calabria, il commissario straordinario ne ha sempre parlato come di una delibera «da annullare o da non tenere in considerazione». Di ufficiale, però, nulla. L’atto non è mai stato annullato. Questioni tecniche, di priorità o semplice melina? Intanto un pezzo dell’agenzia spera che la pratica vada avanti (e si augura di mettere le mani sui premi), mentre un’altra preme per la sua cancellazione. O, almeno, per capire come sia stata scelta la squadra chiamata a spartirsi i 430mila euro.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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