Falsi esami all'Unical, parlano i docenti
COSENZA Firme non sempre riconosciute dai docenti. Esami non presenti sui libretti. Ma a volte anche esami sostenuti realmente pur mancando la firma sullo statino. È questa la sintesi delle testimoni…

COSENZA Firme non sempre riconosciute dai docenti. Esami non presenti sui libretti. Ma a volte anche esami sostenuti realmente pur mancando la firma sullo statino. È questa la sintesi delle testimonianze di alcuni docenti dell’Università della Calabria sentiti come testimoni nel processo sui presunti falsi esami alla facoltà di Lettere dell’Unical. Sul banco degli imputati ci sono studenti, laureandi, personale amministrativo e anche docenti. L’inchiesta ha fatto emergere un sistema caotico di registrazione degli esami.
Martedì mattina il giudice Urania Granata, che è subentrata adesso nel processo, ha dovuto riascoltare i professori che erano già stati sentiti dal precedente giudice. L’avvocato Eugenio Bisceglia ha chiesto al giudice Granata di astenersi perché è stata uditore in fase di indagini preliminari. Richiesta respinta dal giudice perché non ha ravvisato alcuna incompatibilità. A quel punto l’avvocato Bisceglia ha reso noto di presentare istanza di ricusazione del giudice.
Il pm Bruno Antonio Tridico, titolare dell’inchiesta “Centodieci e lode”, ha chiesto ai testi se confermavano quanto già dichiarato. La professoressa Claudia Stancati ha riconosciuto alcune sue firme sugli statini che le sono stati mostrati anche dalla difesa. E ha ribadito come fosse possibile che a volte capitasse qualche disguido, ovvero che poteva capitare che saltasse qualche firma sullo statino ma che si provvedeva poi subito a verificare la firma sul libretto. Anche perché – ha precisato – era lei stessa a compilare i libretti e anche gli statini su cui scriveva pure le domande.
Le indagini sono partite nel marzo del 2011 a seguito di una segnalazione dell’allora rettore Giovanni Latorre, dopo che un docente della facoltà di Lettere aveva disconosciuto una sua firma sullo statino di uno studente. Da lì, gli inquirenti avevano scoperto un vero e proprio sistema che, tra il 2004 e il 2011, avrebbe portato i laureandi a superare gli esami senza effettivamente sostenerli. Al termine delle indagini, grazie alla collaborazione di alcuni indagati e alle prove documentali raccolte, si è arrivati a ipotizzare i reati di falso ideologico e materiale oltre che di accesso abusivo al sistema informatico. Il processo è stato aggiornato al prossimo 3 luglio.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it