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Sacal, la nomina giusta al momento giusto

La nomina della professoressa Amelia Bongarzone nel Consiglio di amministrazione della Sacal, su indicazione del presidente della Provincia Enzo Bruno, dimostra che quando la politica compie scelte s…

Pubblicato il: 07/07/2017 – 11:41
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Sacal, la nomina giusta al momento giusto

La nomina della professoressa Amelia Bongarzone nel Consiglio di amministrazione della Sacal, su indicazione del presidente della Provincia Enzo Bruno, dimostra che quando la politica compie scelte sbagliate non è certo perché mancano le persone adatte a ricoprire ruoli importanti e delicati.
La Bongarzone, infatti, si presenta con un bagaglio di conoscenze e di esperienze, professionali e didattiche, di cui alla Sacal non si coglievano tracce sin dalla presidenza Vitale.
È docente di Diritto privato nella scuola per il management sanitario; è stata docente seminariale su “Certificazione antimafia e rapporti contrattuali con la Pubblica amministrazione”. Nell’anno accademico 2014 ha diretto il modulo universitario su “I tentativi di infiltrazione mafiosa nei contratti con la pubblica amministrazione”.
Una problematica, quest’ultima, di estrema attualità proprio con riferimento alla Sacal, che nei giorni scorsi è stata attenzionata dalla Prefettura e dal ministero dell’Interno con l’invio di una Commissione d’accesso chiamata a far luce proprio su paventati fenomeni collusivi tra tale ente e la criminalità organizzata.
È di ieri, poi, l’acquisizione da parte della Guardia di finanza dei decreti di nomina da parte degli enti pubblici dei propri rappresentanti nella società di gestione dello scalo lametino e, in prospettiva, del sistema aeroportuale calabrese.
Con la nomina della Bongarzone, quindi, l’amministrazione provinciale di Catanzaro non solo riesce a mettersi al riparo dalle prescrizioni di legge per la parità di genere, ma va anche a dare al prefetto Arturo De Felice un supporto professionale di non poco conto.
Il che, se non risolve la sovraesposizione della Sacal rispetto a problematiche che fanno tremare i polsi, almeno offre garanzie di affidabilità sul fronte del riposizionamento reputazionale di una società travolta dagli scandali e oggetto di indagini da parte delle procure di Lamezia Terme e di Catanzaro.
Sul piano politico resta, invece, intatto l’interrogativo sulle ragioni per le quali una scelta come quella operata dal presidente Bruno si presenti come una eccezione, laddove sarebbe opportuno fosse stata la regola.

Pa. Po.

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