Cosenza, più di venti patteggiamenti per l'operazione antidroga
COSENZA Oltre venti i patteggiamenti per gli indagati nell’operazione antidroga “Mater”. Si è conclusa l’udienza preliminare per le persone coinvolte nell’indagine dello scorso febbraio, nata dalla d…

COSENZA Oltre venti i patteggiamenti per gli indagati nell’operazione antidroga “Mater”. Si è conclusa l’udienza preliminare per le persone coinvolte nell’indagine dello scorso febbraio, nata dalla decisione di una “madre coraggio” di denunciare il figlio pusher e condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, che hanno eseguito 35 misure cautelari, di cui dieci in carcere e sedici agli arresti domiciliari, nonché 9 obblighi di dimora, emessi dal gip su richiesta della Procura. Venti sono state le persone che hanno patteggiato la pena, per tutti gli altri ci sono stati i rinvii a giudizio. Per loro il processo inizierà a settembre.
Le indagini sono partite dalla denuncia di una madre. È il 27 gennaio del 2015 quando una donna si rivolge ai carabinieri della stazione di Cosenza nord per «la grave situazione che coinvolge» il figlio. Decide di denunciarlo e da qui prende il via l’operazione che ha sgominato una organizzazione dedita al traffico di droga nella città di Cosenza. Un’intensa attività investigativa ha portato, giovedì mattina, all’esecuzione di 35 misure cautelari emesse dal gip Giusy Ferrucci, su richiesta della Procura. La “mamma coraggio” si sfoga con i carabinieri: «Mi sono presentata presso i vostri uffici stamane perché sono spaventata da una situazione grave che coinvolge mio figlio. Mi spiego: mio figlio ha avuto un carattere debole, e per questo si è fatto sempre coinvolgere dai suoi amici in vicende delinquenziali che purtroppo lo hanno già segnato in maniera indelebile, visto che è stato più volte arrestato o denunciato, sebbene sia ancora molto giovane. Nel mese di settembre, però, ho visto in lui un cambiamento, di cui lui peraltro mi ha fatta partecipe, dato che noi abbiamo da sempre un rapporto improntato al dialogo e mio figlio, per fortuna, si confida spesso con me. In pratica, quando nel mese di settembre 2014 voi avete effettuato una perquisizione locale nella mia abitazione, a seguito della quale avete denunciato mio figlio per detenzione ai fini di spaccio di marijuana, lui ha deciso che era ora di finire questa storia e di mettersi a lavorare onestamente».
Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati Angelo Pugliese, Raffaele Brunetti, Eugenio Caruso, Antonio Ingrosso, Antonio Quintieri, Gianluca Garritano, Pino Perri, Emanuela Capparelli, Paolo Pisani, Giampiero Calabrese, Gianluca Caruso, Maurizio Nucci, Antonio Sanvito, Cristian Bilotta, Francesco Cappuccio, Domenico Caputo, Francesco Cribari, Ornella Nucci, Cesare Badolato, Cristian Cristiano, Fiorella Bozzarello, Ugo Ledonne, Aurelio Sicilia, Mario Stella, Giuseppe De Marco, Celeste Parisella, Alfonso Cassiano, Antonio Aloe e Giovanni Mazzei.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it