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Fusione Corigliano-Rossano, Graziano presenta ricorso

CORIGLIANO-ROSSANO Ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria per la richiesta di sospensione del referendum sulla fusione di Corigliano-Rossano, Giuseppe Graziano, segretario que…

Pubblicato il: 04/08/2017 – 11:26
Fusione Corigliano-Rossano, Graziano presenta ricorso

CORIGLIANO-ROSSANO Ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria per la richiesta di sospensione del referendum sulla fusione di Corigliano-Rossano, Giuseppe Graziano, segretario questore del consiglio regionale nonché promotore della proposta di legge regionale sulla fusione di Corigliano e Rossano, si costituisce in giudizio con un apposito atto di intervento.
«Si amplia – si legge in una nota – la schiera istituzionale e della società civile a sostegno, difesa e tutela del legittimo iter referendario contro la quale, nei giorni scorsi è stato presentato un ricorso, che sarà preso in esame dal Tar Calabria il prossimo martedì 22 agosto. A difendere le ragioni poste a difesa del processo di consultazione democratica in programma per domenica 22 ottobre 2017 dal consigliere regionale Giuseppe Graziano sarà l’avvocato amministrativista Valentina Cundari che stamani (venerdì 4 agosto) ha notificato gli atti».
«Pur non essendo stato direttamente citato in giudizio – commenta e spiega Graziano – l’atto di intervento rappresenta una scelta di cuore e di buon senso per far sì che Corigliano, Rossano e l’intero comprensorio della Sibaritide non perdano l’ultimo treno verso lo sviluppo e la crescita. Ho scelto di schierarmi a sostegno delle parti istituzionali chiamate in causa e che hanno scelto con coraggio di difendere il processo referendario. Sappiamo, infatti, che, ad oggi, si sono costituiti in giudizio la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno, la Prefettura di Cosenza, la Regione Calabria ed il Comune di Rossano. Ancora manca all’appello il Comune di Corigliano, che ci auguriamo, però, possa far fronte comune insieme a tutte le altre forze istituzionali per difendere il diritto dei propri cittadini ad esprimersi in modo libero e democratico su un processo di vitale importanza per il territorio ionico. Da rappresentante di quel mondo civico, riformista e democratico-liberale che vuole cambiare lo stato delle cose – ribadisce e scandisce il segretario questore nonché proponente della legge regionale sulla fusione di Corigliano-Rossano – ho deciso di esserci e sono a conoscenza di iniziative simili che stanno giungendo anche da altre parti della società civile e del movimento civico. Come ad esempio la costituzione in giudizio del movimento Il Coraggio di cambiare l’Italia che, attraverso la segreteria nazionale, ha scelto di essere parte del processo amministrativo. Personalmente rimango fiducioso e ottimista sul prosieguo dell’iter. Perché sono consapevole – aggiunge – che sia la cosa giusta da fare per salvare questa terra e dare una speranza alle nuove generazioni. Il referendum e la fusione non sono e non possono essere una prospettiva o, ancora peggio, un computo politico. Sono un processo culturale in cui la parola della politica vale quanto quella dei singoli cittadini e delle loro aspirazioni. E questo purtroppo continua a non capirlo quella parte del sistema radicato ai poteri e alle poltrone che vuole opporsi proprio a questo processo. Probabilmente perché ha paura che il volere del popolo possa ribaltare l’attuale sistema delle cose? Coriglianesi e rossanesi, insieme, sono consapevoli che, a prescindere dai campanilismi storici a volte goliardici nati tra le due città, non c’è nulla di insensato o pericoloso nella nascita di un’unica grande comunità. Anzi, con la fusione a cambiare sarebbero principalmente due cose: le prospettive del comprensorio ionico, che finalmente ed in modo oggettivo assumerebbe una concreta conformazione socio-politica indipendente nelle scelte, nelle idee e nella rivendicazione dei diritti; e il sistema delle poltrone, che diminuirebbero dando finalmente un freno ed una svolta a quella situazione gattopardesca che negli ultimi trent’anni ha creato piccoli potentati politici volti a tutelare gli interessi di quartiere tralasciando gli interessi generali del territorio». 
«Ecco perché la gente vuole cambiare ed ecco perché chi, appartenente a quel vecchio sistema di piccoli poteri, sta cercando in tutti i modi di contrastare un processo che alla fine, ne sono convinto, si concretizzerà nell’interesse di tutti. Specialmente delle nuove generazioni le quali – conclude Graziano – saranno chiamate a governare, con un nuovo spirito e con nuove idee, questo territorio».

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