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«Fare luce sull'omicidio Scopelliti è un dovere morale»

VILLA SAN GIOVANNI «Chiedo ai magistrati di non mollare la presa sull’omicidio di Antonino Scopelliti e fare di tutto perché si giunga alla verità. È un dovere morale. In queste questioni non ci pu…

Pubblicato il: 09/08/2017 – 11:58
«Fare luce sull'omicidio Scopelliti è un dovere morale»

VILLA SAN GIOVANNI «Chiedo ai magistrati di non mollare la presa sull’omicidio di Antonino Scopelliti e fare di tutto perché si giunga alla verità. È un dovere morale. In queste questioni non ci può essere un’archiviazione mentale». Lo ha detto il Ministro dell’Interno Marco Minniti durante la commemorazione del magistrato nel 26esimo anniversario del suo omicidio, tenutasi a Piale, frazione di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, il luogo dove è stato ucciso il magistrato. «Scopelliti, come Falcone e Borsellino – ha aggiunto – va collocato nell’Olimpo dei caduti di questo Paese per mano della mafia». 
«Abbiamo a che fare con un territorio in cui la ‘ndrangheta c’è, ha un peso, conta, contava. Quando Nino Scopelliti è stato ammazzato, all’inizio non si è nemmeno compreso bene, perché eravamo in una fase in cui la ‘ndrangheta c’era, ma non tutti dicevano che ci fosse, non tutti la vedevano». «C’era ed era anche molto forte – ha proseguito Minniti – era talmente forte che è arrivata finanche alla sfida suprema di assassinare un magistrato. E tuttavia non c’era quest’idea che esistesse. Nei ragionamenti dell’epoca si diceva che questo parlare di ‘ndrangheta e parlare di mafia significa fare un cattivo servizio a questa terra, era come parlar male. E invece – ha detto il ministro – sono profondamente convinto di un’altra cosa, che parlare di ‘ndrangheta, combattere la ‘ndrangheta, separare i destini di questa terra dai destini della ‘ndrangheta, non sia soltanto un non parlar male della Calabria, ma sia un atto d’amore verso la Calabria. È un atto d’amore straordinario – ha aggiunto il ministro – che ha voluto lasciarci Nino Scopelliti quando quella sera, qui è stato ammazzato, mentre a casa lo aspettavano i faldoni del maxiprocesso. Ed è un atto d’amore che nessuno di noi può sprecare, ed è per questo che ringrazio moltissimo Rosanna (la figlia del giudice Scopelliti, ndr), non soltanto perché attraverso la fondazione ha tenuto viva la memoria, ma anche per l’impegno e la passione che lei ha messo nella sua esperienza politica, è una giovane parlamentare impegnata su questi temi, della legalità e della lotta alla ‘ndrangheta. Impegnata più in generale per il futuro del Mezzogiorno e della Calabria. È possibile pensare ad un futuro di questa terra, del Mezzogiorno, dell’Italia, se non si sconfiggono le mafie? La risposta è chiaramente no». 
La zona della commemorazione è stata interdetta dalla Polizia ai cronisti, per asserite ragioni di sicurezza imposte dal Ministero dell’Interno.

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