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«L'acqua del Menta? Non prima del 2020»

La notizia è di quelle che farebbe sobbalzare e andare su tutte le furie anche il più pacifico dei cittadini di Reggio Calabria i quali, ormai da anni, stanno vivendo sulla propria pelle una traged…

Pubblicato il: 11/08/2017 – 15:36
«L'acqua del Menta? Non prima del 2020»

La notizia è di quelle che farebbe sobbalzare e andare su tutte le furie anche il più pacifico dei cittadini di Reggio Calabria i quali, ormai da anni, stanno vivendo sulla propria pelle una tragedia che non è sicuramente quella rappresentata nel teatro in cui operano certi personaggi politici. È il dramma di una città ormai allo stremo e praticamente in ginocchio per la carenza di acqua non soltanto nei periodi estivi di siccità, ma addirittura nei periodi invernali quando le piogge non mancano.
Non è quindi la mancanza di acqua ma lo spreco di grossi quantitativi dovuti alle centinaia di guasti sulla rete idrica che ne diminuiscono drasticamente la portata. E quando coloro che rappresentano la città e la Regione si rendono protagonisti consapevoli di comportamenti disdicevoli nei confronti dei cittadini, la tragedia e il dramma diventano farsa. Il governatore della Calabria Mario Oliverio il 20 giugno del 2016, quando in Aspromonte ha annunciato il riavvio dei lavori della diga del Menta l’ha definita «la metafora dell’inefficienza», aspirando a trasformarla a «simbolo della Calabria positiva». Povera Calabria! Povera Reggio Calabria!
Quello che è successo negli ultimi due anni ha il sapore del ridicolo oltre che della beffa. E il signor governatore della Calabria, insieme al sindaco di Reggio, avrebbero fatto bene a riflettere prima di annunciare l’inizio dei lavori i cui termini sono stati puntualmente disattesi dagli eventi.
Quanta demagogia e presenzialismo da parte degli attuali inquilini della Cittadella e di Palazzo San Giorgio! Quanti bravi giornalisti si sono cimentati a dare una spiegazione a questa vicenda versando fiumi di inchiostro!
Il Corriere della Calabria ha fatto bene a ricordarlo in questi giorni e noi vorremmo che i calabresi sanzionassero severamente la classe politica calabrese, che continua a trattare i problemi seri della nostra terra con grave approssimazione e superficialità, se non addirittura in malafede.
E, considerato che qualcuno vuole fare campagna elettorale ascrivendo a proprio merito tutta la questione, allora dobbiamo dare a Cesare quello che è di Cesare.
Già sin dal concepimento dell’idea, nel lontano 1980, nell’ambito del Progetto Speciale 26 dell’allora Cassa per il Mezzogiorno, la diga del Menta si è caratterizzata come il cavallo di battaglia dei repubblicani reggini. Nello stesso anno, proprio la Cassa per il Mezzogiorno deliberò il primo investimento di 40 miliardi per una infrastruttura che successivamente sarebbe stata definita strategica per la Calabria.
Iniziò un lungo iter, pieno di contrasti politici e opposizioni da parte degli ambientalisti e di parte della sinistra calabrese, che suscitò anche le perplessità dei vari sindaci della città che si sono susseguiti in quegli anni.
Il Pri organizzò sul tema dell’acqua due importanti convegni, il primo nel 1991 ma fu soltanto in quello del 1998 che finalmente arrivò l’assenso esplicito del sindaco di allora. Nessuno mai avrebbe pensato che tale importante opera dopo quasi 40 anni, non fosse ancora realizzata.
Era chiaro che l’investimento iniziale non sarebbe stato sufficiente per completare i lavori avviati e che sarebbero state necessarie ulteriori ed ingenti risorse finanziarie.
L’occasione fu la Legge Obiettivo del 2001 che tracciò il quadro delle opere pubbliche ritenute strategiche per lo sviluppo e la modernizzazione del Paese e tra di esse inserì anche la diga del Menta. Fu grazie alla presenza al governo dei repubblicani e al loro impegno nel Cipe che, con successive delibere, arrivarono i necessari finanziamenti.
In particolare, con la delibera n. 49 del 2004 veniva approvato il progetto esecutivo relativo al 1° lotto – opere di presa, galleria di derivazione e pozzo piezometrico, lavori di completamento per un importo complessivo di euro 23.240.560,00;con la delibera Cipe n. 154 del 2 dicembre 2005 è stato finanziato  il progetto preliminare del “Completamento dello schema idrico sulla diga del torrente Menta, la centrale idroelettrica a condotta forzata, le opere a valle della centrale, le opere di adduzione dall’invaso sul torrente Menta”. Il costo dell’intervento previsto era di euro 100.194.245,28 di cui euro 20.539.587,52 per le opere della centrale idroelettrica e della condotta forzata  che erano a carico della Sorical e di euro 79.654.657,76 per le opere di adduzione a carico delle finanza pubblica e sui fondi Fas;con la delibera Cipe n. 7 del 16 marzo 2007 il finanziamento posto in essere con la delibera n. 154 del 2 dicembre 2005, è stato aggiornato da € 100.194.245,28 euro a euro 105.033.003,54 e riguardava il progetto definitivo. Tale differenza era esclusivamente a carico della Sorical, a cui la Regione Calabria aveva affidato la gestione e la realizzazione delle opere idriche di interesse regionale.
Non si poteva neanche lontanamente ipotizzare che l’opera si sarebbe successivamente arenata per l’impossibilità della Sorical di rispettare i propri impegni. Questa infatti, nel luglio del 2012, a  causa del grave indebitamento finanziario pari a 158 milioni di euro, dovuto a  crediti, per complessivi 250 milioni, mai incassati dai comuni per le tariffe, è stata posta in liquidazione volontaria.
E anche se i lavori, realizzati per il 90%, erano già stati sospesi nel febbraio 2011 per le difficoltà economiche finanziarie dell’impresa esecutrice, successivamente alla risoluzione del contratto avvenuta nel 2014 sarebbero potuti proseguire.
Non è stato così perché, venendo meno l’impegno finanziario della Sorical, alla fine contabilizzato in 30 milioni di euro, necessitava in tal senso reperire ulteriori risorse.
Il Cipe provvide ad assegnare risorse aggiuntive pari a 13 milioni di euro con la delibera n. 62 del 2011 e ulteriori 12 milioni con la delibera n. 64 del 2013. 
La Sorical, che aveva già definito la tempistica per la conclusione dei lavori relativi all’idropotabile entro la fine del 2017 e nessun limite per il completamento della parte idroelettrica, avrebbe potuto e dovuto contrattualizzare il completamento dei lavori relativi alla galleria di derivazione, all’impianto di potabilizzazione e alle adduzioni a valle della centrale idroelettrica entro il 31 dicembre 2015, così come previsto dalla delibera della Regione Calabria n. 22 del 21 luglio 2015. 
L’avvio dei lavori, così come la loro conclusione, è sempre stato annunciato in pompa magna. Prima di Oliverio lo hanno fatto i sui predecessori. Loiero lo fece 3 volte: nel 2008, nel 2009 ed infine nel 2010 in piena campagna elettorale quando arrivò addirittura ad inaugurare la Diga con tanto di taglio di nastri. Scopelliti nel 2011 annunciò che entro il 2013 i lavori sarebbero stati ultimati. Ma l’attuale governatore insieme al sindaco Falcomatà sicuramente stanno ottenendo le migliori performance.
Tutti pronti a rivendicare la primogenitura per l’inizio dei lavori in attesa dell’acqua dolce nella città dello Stretto. Il 30 dicembre 2015 il sindaco di Reggio Falcomatà, tracciando il bilancio del suo primo anno di attività, aveva azzardato dall’alto della propria certezza che il 2016 «salvo tragedie inimmaginabili sarà l’anno della diga del Menta. Sia la Sorical sia la Regione Calabria hanno annunciato come data prevista per la prossima primavera, momento in cui il bypass che dovrebbe essere fatto sarà finalmente completato».
Non si era nemmeno informato sul fatto che il progetto preliminare non fosse ancora stato definito.La consegna del progetto alla Sorical avverrà infatti a maggio del 2016. Tale condotta, in acciaio del diametro di 500 mm e della lunghezza di circa 1600 metri, Il cui tracciato ricade all’interno della vallata della Fiumara di Sant’Agata, ha termine nella vasca di carico antistante alla centrale idroelettrica di San Salvatore. Il bando di gara con importo dei lavori per 2,7 milioni di euro è stato pubblicato nei giorni successivi. Vi era sempre più il convincimento che veramente si stesse avvic
inando l’ora fatidica. Sicuramente per questi motivi, il 20 giugno 2016  il governatore Mario Oliverio, durante un sopralluogo sulla diga, ha annunciato la consegna dei lavori e l’acqua nelle case dei reggini entro l’estate 2017.
Falcomatà presente ha dichiarato sicuro che «questa sarà l’ultima estate in cui i cittadini di Reggio Calabria periranno l’assenza di acqua. Già dall’anno prossimo arriveranno circa 25 ml ( ? ) di acqua al secondo nelle case dei reggini quindi è un ottimo risultato».
Di fronte a tutte queste manifestazioni di giubilo, sinceramente non ce la sentiamo di infierire sul giovane presidente del Consiglio regionale Nicola Irto che da presidente della commissione Ambiente il 2 marzo 2015 aveva imprecato contro i ritardi chiedendo «tempi certi» e si era impegnato dichiarando che «entro 12 mesi e non oltre il sistema deve entrare in funzione» riaffermando qualche mese dopo che lo faceva «non soltanto da politico ma anche da architetto e urbanista». E comunque ringraziamo il cielo che nel frattempo non si sono verificate «tragedie inimmaginabili».
La nostra sensazione si avvicina sempre di più a quella manifestata nel maggio 2016 da un autorevole quotidiano calabrese, di fronte alle esternazioni di Falcomatà all’avvio della gara e che, per quanto ci riguarda, valgono anche per il governatore della Calabria, il quale ultimo, in ordine di tempo,  proprio nei giorni roventi di questo inizio di agosto, ha fatto l’ennesimo annuncio del riavvio dei cantieri. È sicuro!, dice il governatore. L’acqua arriverà a Reggio Calabria l’anno prossimo! Cioè nel 2018. O forse si sbaglia. Voleva dire nel 2019 o forse ancora nel 2020. Ecco!
Non vorremmo che la vicenda della diga del Menta fosse utilizzata come cavallo di battaglia della propria campagna elettorale alla conclusione del proprio mandato. Mancano ancora due anni.  Non possiamo e non vogliamo credere che i reggini siano costretti dai tempi della politica ad aspettare che l’acqua dolce arrivi nelle loro case.

*Ex parlamentare ed ex sottosegretario regionale

 

 

 

 

 

 

 

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