COSENZA Tutte le telenovelas, dalla più appassionante alla più noiosa, hanno il loro finale. E in Calabria è il giorno delle penultime puntate di due tra i casi più spinosi della sanità. Archiviata la pubblicazione del decreto che ridefinisce il carico di nuove assunzioni (Tavoli di verifica permettendo), fa un passo in avanti anche l’Atto azienda dell’Asp di Cosenza. L’Azienda bruzia è l’unica a non aver ancora approvato la propria Magna Charta, con contorno di polemiche e un muro contro muro tra struttura commissariale e direttore generale (Raffaele Mauro) che avanti da quasi un anno. Massimo Scura, il commissario rimasto senza vice dopo le dimissioni di Andrea Urbani, ha fatto un passetto in avanti, approvando «con prescrizioni» il documento arrivato dai vertici della sanità cosentina.
Il lunghissimo tira e molla ha visto – stando al decreto pubblicato l’11 agosto dal commissario Scura – un avvicinamento graduale tra i rilievi mossi dall’ufficio di Palazzo Alemanni e le proposte di Mauro. Prima un «l’Azienda ha parzialmente recepito le osservazioni formulate», poi una serie di errori materiali dell’Asp e uno stop incassato dal dipartimento Tutela della Salute, infine una nuova formulazione dell’Atto, arrivata nello scorso mese di maggio.
Con un sospetto caso – in Calabria sono piuttosto frequenti – di “copia e incolla”, per via di un errata corrige «che sostituisce la dicitura “Taranto” con la dicitura “Cosenza”».
(Al quarto rigo il copia e incolla che ha trasformato la provincia di Cosenza in quella di Taranto)
Insomma, è stata dura arrivare alle premesse di una sintesi. E la partita non è ancora chiusa, perché prima del via libera definitivo manca ancora qualche passaggio, segnalato dalla burocrazia regionale. I tempi, però, stringono. E tra le considerazioni con le quali si giustifica il decreto c’è anche «il lungo periodo intercorso e la necessità improcrastinabile di dotare l’Asp di Cosenza, giuste prescrizioni alle quali ottemperare, di uno strumento fondamentale per la programmazione e la gestione della stessa».
Tra i “no” ribaditi a Mauro c’è quella alla separazione tra lo screening oncologico e il registro tumori, «precedentemente concepiti come un’unica struttura e oggi trasformati in due strutture», oltre alla presenza di sei strutture complesse non ancora assegnate «che potranno essere attivate in misura ridotta, previo parere del dipartimento Tutela della Salute». Scura chiede anche di inserire nella rete emergenza-urgenza «tra i Punti di primo intervento che opereranno per 24 ore, anche quelli di Cariati e San Marco Argentano, oltre al Ppi di Praia a Mare, già previsto» e di modificare l’organizzazione delle unità operative semplici di Oculistica preste nell’ospedale di Castrovillari. Ora la palla torna all’Asp che, entro 10 giorni, dovrà sistemare le imperfezioni. E rimettere a posto il possibile copia e incolla che ha trasformato Cosenza in Taranto.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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