CATANZARO C’è passaggio che rischia di complicare – di nuovo – il presente e il futuro della sanità calabrese. È contenuto nel decreto 111, approvato dalla struttura commissariale (dopo le dimissioni di Andrea Urbani è rimasto il solo commissario Massimo Scura a dirigere le operazioni) con l’avallo del dipartimento regionale Tutela della Salute. Il rischio è contenuto tutto in una riga, quella in cui si «decreta di revocare il Dca numero 134 del 20 dicembre 2016 e il Dca numero 50 del 13 marzo 2017, fatti salvi gli atti già adottati, in attuazione degli stessi, alla data del presente decreto». I decreti 134 e 50 sono i due atti con i quali Massimo Scura chiedeva di dare corpo allo sblocco del turnover. Entrambi erano stati bocciati dai Tavoli di verifica guidati dai ministeri dell’Economia e della Sanità. Ma, come corollario di quei documenti, Scura e la Regione avevano avviato alcune attività. Che – secondo il nuovo decreto (che sostituisce i due precedenti) resteranno valide. C’è chi la vede come conseguenza di una necessità: quella di non complicare ulteriormente la vita delle strutture sanitarie calabresi. Per altri, invece, quell’inciso appare come una sanatoria vera e propria. Entrambe letture comprensibili, ma il parere finale spetta ai tecnici romani. Vedremo come si esprimeranno nella prossima riunione.
I dubbi riguardano proprio il fatto che il decreto 50, pur non essendo stato pubblicato, abbia potuto sortire degli effetti, sotto forma di provvedimenti adottato dai direttori generali delle Asp. Il decreto 111 è già esecutivo, e il suo impianto potrebbe passare il vaglio dei “controllori”, ma quel passaggio rappresenta un pericolo potenziale (anche se non mancano i casi in cui, in passato, il parere dei tecnici non è stato esattamente ritenuto vincolante sul versante calabrese della sanità).
Altro passaggio potenzialmente “pericoloso”. Sempre dai Tavoli di verifica – nel corso degli ultimi incontri agitati sulla questione delle assunzioni – era arrivata una richiesta cortese ma ferma: quella di inviare il nuovo decreto a Roma in preventiva approvazione. Significa che le carte sarebbero dovute arrivare sui tavoli dei tecnici per un controllo preventivo, per poi rientrare in Calabria con piccoli ritocchi (se necessari) che le uniformassero agli standard ministeriali in modo da poter essere trasformate in decreto azzerando il rischio di eventuali ulteriori rinvii. Questo passaggio sarebbe stato saltato da Scura e dalla Regione. Dunque, il nuovo controllo ci sarà. E darà il proprio parere sull’ingresso del personale sanitario che serve come ossigeno alla Calabria: non sono in dubbio le assunzioni – che tutti riconoscono come necessarie – ma tempi e modalità (e la sanatoria implicita contenuta nel nuovo decreto). Insomma, c’è da restare ancora con il fiato sospeso. (ppp)
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