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Viscomi: «Valorizzare lo sviluppo territoriale integrato»

«Sono veramente grato al Laboratorio Territoriale “Croceneviera” – promosso dalle organizzazioni economiche, sindacali, agricole, civili e ambientaliste di Vibo Valentia – per aver elaborato il proge…

Pubblicato il: 06/09/2017 – 16:10
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Viscomi: «Valorizzare lo sviluppo territoriale integrato»

«Sono veramente grato al Laboratorio Territoriale “Croceneviera” – promosso dalle organizzazioni economiche, sindacali, agricole, civili e ambientaliste di Vibo Valentia – per aver elaborato il progetto di Parco Archeologico agronaturalistico vibonese. Mi sembra una ottima iniziativa che merita il massimo sostegno, ben costruita tanto nel metodo, con elevata livelli di partecipazione dal basso di aggregazioni locali, quanto nel merito, avendo l’obiettivo di recuperare, tutelare e promuovere, in una prospettiva di sistema integrato, il patrimonio archeologico, agricolo e naturalistico della zona». Con queste parole, il vicepresidente della giunta regionale Antonio Viscomi ha salutato i rappresentanti del Laboratorio Territoriale vibonese – composto da Confindustria, Coldiretti, Cgil, Cia, Federconsumatori, Archeoclub, Wwf, Italia Nostra, Codacons, Forum delle associazioni e associazioni singole e infine anche dal Comitato pro-mura greche – che hanno voluto incontrarlo per porre all’attenzione della Regione un progetto integrato di sviluppo che interessa un’area di circa centocinquanta ettari compresa tra la casa circondariale e il castello di Vibo Valentia. A illustrare il progetto Anselmo Pungitore, direttore di Confindustria Vibo, Salvatore Cugliari, dell’Abc Associazione agricoltura biologica Calabria, e l’archeologa Anna Rotella.
Integrando dimensioni diverse – da quella archeologica a quella agricola e naturalistica – gli obiettivi del progetto definiti dai proponenti non possono che risultare plurimi ma due assumono un particolare significato. Il primo riguarda la possibilità di promuovere un governo unitario del complesso territoriale e di realizzare forme avanzate di interazione fra enti pubblici e soggetti privati, per rendere possibili ed efficaci politiche di programmazione, pianificazione e gestione, in grado di assicurare la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio archeologico, paesaggistico e produttivo. Il secondo è relativo alla possibilità di attivare forme di economia ecosolidale (agricoltura sociale, turismo culturale responsabile, …), in grado di conciliare finalità produttive, occupazionali, di cura del territorio ed inclusione sociale, con significative ricadute in termini occupazionali.
All’esito della presentazione, il vicepresidente ha espresso anzitutto un forte apprezzamento per un eccellente esempio di cittadinanza attiva e di sensibilità culturale e civica nei confronti dei beni comuni specifici del capoluogo vibonese: «Questo progetto conferma che la strada giusta per cambiare la Calabria è rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare tutti insieme in vista di un progetto comune di sviluppo che faccia leva sulle specificità di ogni singolo territorio. Per fare questo occorre imparare a fare rete e a giocare in squadra, inserendo l’interesse di uno in una rete che tuteli gli interessi di tutti. Questa regione non ha bisogno di eroi ma di persone che facciano ogni giorno il loro dovere, piccolo o grande che sia, e lo facciano con intelligenza, passione e amore».
Ha poi apprezzato in modo particolare la capacità del Laboratorio di intuire e delineare una linea di sviluppo capace di integrare in una visione unitaria segmenti di attività che spesso si muovono con logiche distinte e parziali: «Anche in questo caso, ha dichiarato il Vicepresidente, trova precisa conferma il principio economico per cui a competere nel mondo globale non sono più le imprese ma i territori, il che significa che ogni territorio deve essere in grado di definire filiere e reti di azioni e di produzione coerenti con le specificità locali. Ma proprio per queste ragioni, occorre che anche le istituzioni pubbliche sappiano cambiare logica di azione, abbandonando la visione miope dei cicli elettorali e iniziando a collaborare tra di loro e con i soggetti privati nell’interesse generale»
«Questa è la vera sfida che pone questo progetto: da un lato, mettere insieme risorse e competenze che tradizionalmente hanno operato per compartimenti stagno anche all’interno dell’amministrazione regionale; dall’altro, mettere insieme più livelli istituzionali per realizzare una visione comune. Da un certo punto di vista, ha concluso il vicepresidente Viscomi, il Laboratorio Territoriale Croceniviera è un banco di prova della stessa capacità dell’amministrazione regionale e delle istituzioni locali di abbandonare logiche ormai stantie di esercizio del potere. Ma è anche una grande occasione per la politica di esercitare il suo ruolo di indirizzo alla ricerca del bene comune, senza condizionare e invadere l’autonomia della società e degli organismi di rappresentanza che finalmente sono stati capaci di lavorare insieme, e di lavorare bene. Per quanto mi riguarda farò tutto ciò che è possibile perché il Laboratorio vibonese possa portare avanti il progetto: sarebbe veramente imperdonabile perdere l’occasione e non trasformare una buona idea in una buona pratica».

 

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