Altro che la farfalla della nonsocché argentina, che, per un battito d’ali, s’è portata via ben sessantamila “euri” sudati in Calabria! Il vero peperoncino, a Diamante, lo hanno spalmato i cittadini, come fosse una sberla sonora, alla signora Bruno Bossio. I «vaffanculo» seguivano e precedevano i «buffona», i «vai via», i fischi, i buuuuuu, i «vergogna»… Un ciclone di sfoghi popolari sacrosanti nei confronti di chi, mentendo sapendo di farlo, ha tentato senza riuscirci, di plasmare un premio Nobel per la giunta regionale dello sceicco rosso silvano silano.
«Ciarlatana» l’ha fatta alzare dalla sedia. E il bersaglio è diventato anche più visibile. Il «fallita» è arrivato come una carezza piccante quanto un Carolina Reaper. Ma il top della serata ha preso forma quando la signora ha buttato lì, davanti alla platea, il solito richiamo al fascismo. Fischi e urla, ma proprio di cuore, l’hanno gentilmente convinta a smettere la solita solfa e a levarsi dai piedi. A me il peperoncino è sempre piaciuto! Questo di Diamante, poi, mi ha messo pure allegria nelle carni! «Siete la vergogna della Calabria… Siete dei delinquenti… Dei mafiosi… Vi dovreste vergognare…»… Tanto per dare voce alla gente…
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