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Porto di Gioia, Confindustria Reggio: stop al monopolio

REGGIO CALABRIA «Anche se questo incontro è dedicato al tema del turismo, noi come imprenditori di Confindustria non possiamo non fare una doverosa parentesi su quanto sta accadendo a pochi chilometr…

Pubblicato il: 12/01/2018 – 13:36
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Porto di Gioia, Confindustria Reggio: stop al monopolio

REGGIO CALABRIA «Anche se questo incontro è dedicato al tema del turismo, noi come imprenditori di Confindustria non possiamo non fare una doverosa parentesi su quanto sta accadendo a pochi chilometri da noi. A Gioia Tauro, dove il commissario Agostinelli ha inviato una dura lettera alla società terminalista, alla holding che la controlla e all’unico armatore che opera nel porto». È quanto ha affermato il presidente di Confindustria Reggio Calabria Giuseppe Nucera nel corso del convegno sul tema “Fare Turismo” organizzato a Roccella Ionica dall’associazione degli industriali reggini in collaborazione con Federturismo nazionale.
«Il succo della lettera – ha aggiunto Nucera – è questo: se i volumi di traffico continueranno a essere così bassi, valuteremo la revoca della concessione al terminalista. Su Gioia Tauro vi anticipo che Confindustria ha già programmato per le prossime settimane alcune iniziative anche di livello nazionale. Intanto però su questo fulmine a ciel sereno dico: riunirò il direttivo della nostra associazione e prenderemo una posizione condivisa e ufficiale. Capisco e condivido l’allarme del commissario Agostinelli ma credo che la società terminalista abbia tutto l’interesse a che le cose a Gioia Tauro vadano bene. Semmai le anomalie e le criticità del porto sono ben altre. Cioè la folle pressione fiscale di questo Paese, il costo abnorme del lavoro, la questione sicurezza e l’attuazione spesso sovradimensionata dei controlli e soprattutto il regime assurdo di monopolio».
«L’unica società di armamento che opera a Gioia Tauro – ha concluso il presidente di Confindustria Reggio Calabria – oggi ha un’arma così potente in mano che può disporre della vita e della morte del porto. E noi non possiamo consentirlo».

LA UIL: RIAPRIRE TAVOLO «Sul porto di Gioia Tauro si stanno addensando le nubi fosche di una crisi senza precedenti. Quello che sta venendo fuori in questi ultimi giorni, attraverso l’opera attenta dei media locali, sulle sorti di quello che dovrebbe essere un hub determinante nelle strategie di crescita economica del sistema Paese, ci preoccupa molto». Lo affermano, in una nota, i segretari generali della Uil Calabria Santo Biondo e della UilTrasporti Calabria Giuseppe Rizzo.
«Riteniamo indispensabile – proseguono – che, con estrema urgenza, si riapra il tavolo nazionale di governo di confronto e si ritorni a ragionare con determinazione e nell’interesse dell’intera regione, di una delle poche infrastrutture calabresi in grado di produrre reddito e possibilità di sviluppo territoriale. La partita che purtroppo si sta giocando in questi mesi su Gioia, conferma i dubbi che come Uil e Uil Trasporti Calabria avevamo espresso in sede di confronto con le altre parti sociali, i rappresentanti istituzionali e l’azienda terminalista. Perplessità che ci avevano portato ad esprimere il nostro netto dissenso alla firma di un accordo che, fra le altre cose, ha portato in dote un pesante esubero di maestranze. Al tavolo delle trattative Mct, anche davanti ai funzionari ministeriali e prima ancora davanti ai rappresentanti di governo, aveva dimostrato un atteggiamento reticente rispetto al piano industriale che l’azienda si è sempre rifiutata di presentare e, che noi ritenevamo necessario per comprendere, quali strategie di sviluppo Mct avesse per il futuro del porto. Allora queste mancate risposte ci hanno portato a non firmare l’accordo. Oggi appare chiaro come l’azienda, mortificando le aspettative del territorio, dei lavoratori e le prospettive di sviluppo dell’intera infrastruttura, non abbia nessuna intenzione di rilanciare le attività dello scalo gioiese. Il calo dei volumi e il disimpegno dell’azienda non fa altro che confermare i dubbi che avevamo espresso un anno addietro e che ci hanno portato a non dare il nostro consenso all’accordo con l’azienda terminalista. Davanti a questa situazione allarmante riteniamo sia indispensabile un intervento da parte del Governo ancora in carica; sosteniamo la necessità impellente di ritornare al tavolo di confronto nazionale affinché tutti gli attori che hanno sottoscritto l’Accordo di programma quadro tornino a riflettere su ciò che sta accadendo a Gioia Tauro e nella portualità italiana e, soprattutto, siamo convinti sia determinante richiamare in causa direttamente il governo che, a inizio di questa legislatura, aveva offerto per il futuro di crescita del Paese una importante strategia di rilancio per i porti del mezzogiorno e tra questi, Gioia Tauro. Invitiamo, poi, la Regione Calabria a ritrovare il protagonismo necessario nel confronto con l’azienda terminalista affinché Mct dia corso concretamente a quegli investimenti promessi e necessari per l’ammodernamento delle infrastrutture portuali e di collegamento, il rilancio della struttura e per garantire un futuro certo a tutti i lavoratori gioiesi. Quello che sta accadendo sul destino del porto di Gioia Tauro è ancora più disarmante in questa fase storica. Il declino dell’hub gioiese, purtroppo legato al disimpegno di alcuni attori importanti, è una sconfitta per tutti in questo momento in cui il progetto della Zes si sta sviluppando ed attende solo l’ok della Commissione europea».
«Si deve prendere coscienza, a Catanzaro come a Roma – concludono Biondo e Rizzo – che il porto di Gioia Tauro è un nodo importante nell’area del Mediterraneo per le politiche di sviluppo incentrate sui Paesi emergenti dell’area africana. È un vero peccato che questa fase di forte rallentamento si stia realizzando nel momento in cui, anche grazie alla Zona economica speciale, il porto potrebbe diventare attrattivo rispetto a investimenti importanti anche da parte di aziende private». 

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