Cosenza, riconosciuta indennità di frequenza a minori con Dsa
Il Tribunale di Cosenza ha accolto tre ricorsi per indennità di frequenza e ha condannato l’Inps all’erogazione della prestazione in favore di famiglie con minori con Disturbo specifico dell’apprendi…

Il Tribunale di Cosenza ha accolto tre ricorsi per indennità di frequenza e ha condannato l’Inps all’erogazione della prestazione in favore di famiglie con minori con Disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa). A renderlo noto è un comunicato dell’associazione “Potenziamenti”.
«In Calabria – si legge nella nota – tale contributo viene rilasciato a macchia di leopardo, inficiando così il diritto dei ragazzi con Dsa all’accesso a percorsi abilitativi e di potenziamento, diritto già reso difficile dalle lunghe liste di attesa (2 anni circa) per i percorsi riabilitativi presso le strutture sanitarie pubbliche». La legge 289/1990 prevede il diritto di percepire dall’Inps una «indennità di frequenza», ossia un contributo economico mensile di durata annuale, legato alla frequenza scolastica, a favore di bambini e ragazzi che presentano «difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della minore età». In questa categoria rientrano, dunque, a pieno titolo e diritto anche i ragazzi con Dsa.
«L’Inps – sostiene l’associazione – ritiene che questi studenti siano tutelati dalla legge 170/2010 che, in realtà, si occupa prevalentemente dell’ambito scolastico e del percorso formativo e professionale, senza considerare alcun contributo economico. Ma le spese che una famiglia deve sostenere, nel caso di un figlio con Disturbo specifico dell’apprendimento, non sono indifferenti. Il Dsa, infatti, non è confinato alle ore scolastiche, è una caratteristica dello studente che lo accompagna in tutti gli ambiti sociali e, quindi, nel quotidiano. I costi che la famiglia deve sostenere sono diversi: sedute di logopedia, trattamenti riabilitativi e abilitativi, tutor specializzati che seguono i ragazzi nello studio a casa, percorsi di potenziamento didattico nonché spese per acquistare materiale informatico. Ecco perché l’indennità di frequenza costituisce un aiuto concreto per questi studenti e per le loro famiglie che non sempre riescono a sostenere queste spese, essendo totalmente a loro carico».
L’associazione “Potenziamenti”, che da anni svolge anche attività informativa, di consulenza legale, di mediazione e supporto alle famiglie sul territorio regionale, grazie allo sportello d’ascolto gratuito – che si tiene ogni martedì dalle 9,30 alle 12,30 all’interno dell’Osservatorio per l’inclusione scolastica sito in via Giulia, plesso Dionesalvi, a Cosenza – è riuscita a dare risposta alle problematiche relative al mancato riconoscimento dell’indennità di frequenza per i ragazzi con Dsa.
Nel caso specifico la figura di riferimento è l’avvocato Francesca Acri, specialista in pedagogia giuridica, tutela dell’infanzia e dell’adolescenza e volontaria di “Potenziamenti”, che ha assistito varie famiglie ottenendo esiti favorevoli. «Grazie all’attività svolta in sinergia con lo studio Basile, siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento dal tribunale di Cosenza per ben tre ricorsi sull’indennità di frequenza – dichiara l’avvocato Acri –. I giudici e i periti medici hanno riconosciuto il diritto alla prestazione in assenza di patologie invalidanti e/o handicap, perché la normativa riconosce nel disturbo una limitazione importante nello svolgimento delle attività quotidiane. è stato, inoltre, riconosciuto dai giudici cosentini come le famiglie sostengano delle spese per garantire ai loro figli con Dsa il diritto, in primis, allo studio e al successo formativo».
In tal senso, l’azione di “Potenziamenti” «andrà avanti proprio perché l’indennità è un diritto anche dei ragazzi con Dsa e, allo stesso tempo, un’esigenza per le famiglie che vedono tutelata l’opportunità di dare ai propri figli ciò di cui necessitano per realizzarsi al meglio senza ripercussioni nell’ambito psicologico e sociale».