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Il Crotone strappa applausi a San Siro

Chiusa la lunga finestra di mercato, le squadre di serie A si rituffano sul campionato. Walter Zenga, oggi sulla panchina del Crotone, torna a casa a San Siro, lì dove per anni è stato idolo indisc…

Pubblicato il: 05/02/2018 – 10:25
Il Crotone strappa applausi a San Siro

Chiusa la lunga finestra di mercato, le squadre di serie A si rituffano sul campionato. Walter Zenga, oggi sulla panchina del Crotone, torna a casa a San Siro, lì dove per anni è stato idolo indiscusso della tifoseria nerazzurra. Partita da ex anche per il vice allenatore dei pitagorici, Benny Carbone che a Milano ha giocato nella stagione 95/96. I padroni di casa si presentano senza Icardi fermato da una elongazione agli adduttori della coscia destra, al suo posto nel 4231 di Spalletti spazio alll’italo-brasiliano Eder.
Negli ospiti fuori Sampirisi operatosi allo zigomo dopo uno scontro nel match con il Cagliari, al suo posto Faraoni. In attacco, nel insieme a Trotta (confermato al posto di Budimir) Ricci e Nalini.
I primi venti minuti scivolano via senza pericoli per i due portieri. L’Inter fatica in fase di costruzione, Eder è spesso solo contro i due difensori del Crotone mentre Perisic e Candreva soffrono la marcatura asfissiante di Faraoni e Martella.
Ma alla prima vera occasione l’Inter si porta in vantaggio. È il 23esimo quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Eder salta più in alto di Faraoni e di testa beffa Cordaz. Troppo morbida la marcatura del terzino calabrese che si lascia scappare l’attaccante numero 23. I calci da fermo si dimostrano – ancora una volta – tallone d’achille della squadra di Zenga.
Il tecnico parla subito con Benali e Martella, vuole più spinta sulle fasce ed a Mandragora chiede di servire Ricci che a destra può sfruttare le carenze difensive di Dalbert. La squadra calabrese sotto di un gol continua a far gioco, palleggia bene con i centrocampisti e cerca con insistenza gli attaccanti. Il tasso tecnico della squadra di Zenga è aumentato notevolmente grazie ai nuovi innesti, Spalletti lo sa bene e invita Eder – in fase di non possesso – ad aiutare i compagni.
Il pubblico di fede nerazzurra si rende conto delle difficoltà nel far gioco della propria squadra e non perdona a Candreva e compagni nessun errore. Ogni tocco indietro, ogni errore banale, viene accompagnato da fischi e mugugni.
Il primo tempo si chiude con l’Inter in vantaggio di un gol sul Crotone.
Ad inizio ripresa cambia poco, i nerazzurri faticano a costruire azioni offensive mentre gli ospiti giocano senza timore. Al 55esimo Rafinha si alza dalla panchina ed inizia il riscaldamento. Il brasiliano, arrivato dal Barcellona nel mercato di gennaio, è il giocatore giusto per dare maggiore qualità ad un reparto offensivo privo di idee. Zenga, invece, è costretto a sostituire Martella con Pavlovic, per il terzino pitagorico leggera distorsione alla caviglia.
Il muro nerazzurro crolla al 60esimo. Trotta in area di rigore avversaria lotta, protegge il pallone e serve Barberis, il numero 10 si infila tra Miranda e Skriniar e batte di destro Handanovic.
San Siro fischia, Zenga esulta. Spalletti decide di cambiare, fuori Candreva e Dalbert dentro Rafinha e Cancelo. L’impatto del fantasista è positivo, la palla circola velocemente ed il numero 8 regala giocate che il pubblico apprezza e sottolinea con applausi convinti. Ma all’Inter serve un gol ed il Crotone non sembra intenzionato a regalare nulla agli avversari. Anzi appena può la squadra calabrese parte in contropiede e crea non pochi pericoli alla difesa nerazzurra.
I minuti passano e la stanchezza inizia a farsi sentire. Trotta, stremato dopo l’ennesima corsa palla al piede, lascia il campo a Stoian. Tocca a Nalini occupare la posizione centrale del tridente d’attacco crotonese. Faraoni si arrende ai crampi ed al suo posto entra Simic.
La gara si chiude con gli ultimi disperati tentativi dell’Inter e con il Crotone bravo a difendersi ed a mantenere il risultato. I calabresi strappano un punto pesantissimo a San Siro, i nerazzuri – in crisi di gioco e risultati – escono subissati dai fischi di un pubblico disincantato.

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