Un aborto e il silenzio della Chiesa: la verità sull'aggressione a "Le Iene”
COSENZA Prima l’aggressione di una giornalista e di un’operatrice de “Le iene” da parte dei familiari di un parroco di San Vincenzo La Costa. Poi la denuncia da parte delle due donne. Dopo qualche gi…

COSENZA Prima l’aggressione di una giornalista e di un’operatrice de “Le iene” da parte dei familiari di un parroco di San Vincenzo La Costa. Poi la denuncia da parte delle due donne. Dopo qualche giorno le dimissioni, accettate dal vescovo di Cosenza, del sacerdote coinvolto nell’aggressione. Ma dietro queste notizie, comparse sui giornali locali e che in breve tempo avevano fatto il giro del web, c’era molto altro. A distanza di un mese da quell’episodio, nel programma di Italia 1, puntata di mercoledì 14 febbraio, la giornalista e inviata cosentina Valeria Castellano ha raccontato la storia di una ragazza del luogo, del suo aborto e di una chiesa che non l’avrebbe protetta, che avrebbe saputo tutto, l’avrebbe costretta a interrompere la gravidanza e avrebbe taciuto.
La storia (questo il link) viene raccontata direttamente dalla voce tremante di Francesca. Ora è una donna, distrutta dal dolore, ma la sua storia inizia qualche anno fa quando poco più che maggiorenne si invaghì della persona sbagliata: un sacerdote appena arrivato in parrocchia. Un amore che sembrava impossibile, ma poi sarebbero arrivate le prime attenzioni da parte di don Giuseppe, le parole dolci e carine, il primo bacio e le tante promesse.
«Un amore bello», lo definisce Francesca, che in poco tempo si trasformò in un incubo. Lei rimane incinta, lui cade nella disperazione più totale. Lei avrebbe voluto tenere quel bambino, lui no. Don Giuseppe manda Francesca dal vescovo e qui lei si accorge di essere completamente sola. Per la Chiesa – racconta lei stessa – era diventata «una sbandata» e, se avesse voluto tenere il bambino, «doveva partire e andare lontano perché quella storia non doveva uscire». Sarebbero state queste le parole pronunciate da monsignor Nunnari, arcivescovo emerito di Cosenza ed ex presidente della Cei calabrese.
Alla ragazza sarebbe stata proposta un’altra alternativa: abortire per poi ritornare a una vita normale e nascondere tutta la storia. Troppo grande il dispiacere anche per coinvolgere la sua famiglia e le sue sorelle. Decide così, nella più assoluta solitudine, di abortire. Viene solo accompagnata a prendere un pullman e poi da lì un lunga e dolorosa trafila. «È stato terrificante, mi trovavo in mezzo a delle donne con cui non c’entravo nulla – racconta –. Uscita da lì mi sentivo sporca». La sua storia poi venne fuori, in paese, è fu solo lei a essere presa di mira. E la Chiesa?
Monsignor Nunnari ricorda bene Francesca e ricorda bene la sua storia. «Nella vita si fanno degli errori e si pagano», dice davanti alle telecamere di Italia 1. Ma il problema, come chiede la giornalista, non è tanto la relazione, quanto l’aborto che la ragazza non potrà mai togliersi di dosso. «Eh beh, si confessa e… lui lo ha fatto ed è ritornato a fare il prete. Ma sono passati anni, figlia (rivolgendosi alla giornalista, ndr)». «Ma una donna non può dimenticare un figlio», incalza l’inviata. «Perché non si è ricordata di venire prima da me», risponde l’arcivescovo alzandosi e scappando (letteralmente) alle domande. «Ho da fare, è domenica e ho da fare». Inutili i tentativi di inseguirlo e farsi rilasciare qualche dichiarazione.
Poi, la versione di don Giuseppe che sembra tirarsi indietro da tutta la vicenda: «Certo che l’aborto è vietato. Sono scelte personali e io non ho detto niente a nessuno», dice, esitante al microfono, il prete. «Vi hanno raccontato una cosa falsa – spiega alla giornalista –. Io non ho abbandonato nessuno e non voglio essere tirato in mezzo a questa storia». E poi una lunga serie di «non so», di «non mi ricordo» e di lunghi silenzi alle domande dell’inviata.
L’AGGRESSIONE Da lì la vicenda inizia ad assumere nuovi contorni (qui il secondo servizio). All’uscita della chiesa, dove lei due “iene” hanno intervistato don Giuseppe, si presentano i familiari dello stesso prete e la situazione inizia a degenerare. Prima l’accusa di “sequestro” per oltre tre ore del prete, poi gli insulti e le minacce di mettergli le mani addosso se non avessero spento e consegnato le telecamere. Nel frattempo, intorno alla chiesa iniziano a giungere altre persone. Un «clima irrecuperabile» in cui le due tentano di salire in macchina ma vengono fermate da un uomo che prende la telecamera e inizia a picchiare una delle due donne.
Momenti concitati in cui le immagini sono poco chiare e confuse, ma l’audio e chiaro: le due inviate urlano e chiedono di fermarsi mentre sono prese a pugni. Nessuno intorno interviene. Poco dopo arrivano i carabinieri, chiamati poco prima dalla madre del prete, a sedare quello che era diventato un vero e proprio pestaggio. Le due saranno riceveranno poi le cure dei sanitari e sporgeranno subito denuncia contro cinque persone. Don Giuseppe, dopo qualche giorno, ha presentato le proprie dimissioni, accettate dal vescovo di Cosenza, monsignor Nolè.
IL LEGALE DI NUNNARI: «QUERELEREMO PER DIFFAMAZIONE» «Non ho mai assecondato o discusso pratiche abortive», dice l’arcivescovo emerito di Cosenza, monsignor Salvatore Nunnari, in una nota del suo legale Enzo Paolini, annunciando di aver dato mandato di querelare per diffamazione, «con ampia facoltà di prova», i responsabili de Le Iene e gli autori del servizio trasmesso nella puntata di ieri, su Italia 1, sulla vicenda raccontata da Francesca, una ragazza di una parrocchia di San Vincenzo la Costa in provincia di Cosenza che, mantenendo l’anonimato, denuncia di aver avuto anni fa una relazione con il giovane parroco della sua chiesa e di essere stata spinta ad abortire anche dopo aver parlato con l’allora vescovo. Il servizio, nel quale le inviate de Le Iene parlano anche con monsignor Nunnari, contiene, secondo il legale dell’arcivescovo emerito “prospettazioni ed affermazioni che, per quanto riguarda monsignor Nunnari, non sono vere e appaiono gravemente lesive della figura dell’arcivescovo emerito di Cosenza». «Nessun ruolo attivo ha svolto monsignor Nunnari nella vicenda in oggetto. Men che meno ha assecondato o discusso di pratiche abortive nelle circostanze oggetto del servizio. Altri elementi del servizio diffamatorio – conclude la nota del legale – saranno portati da monsignor Nunnari all’attenzione di diversi organismi competenti per le valutazioni e le determinazioni del caso».
LE SCUSE DI NOLÈ La «tristezza personale» e «il dolore della Chiesa» sono espressi in una nota dall’arcivescovo metropolita di Cosenza, monsignor Francesco Nolè, per la vicenda di Francesca, la ragazza di San Vincenzo La Costa, piccolo comune del Cosentino, che ha denunciato sotto anonimato in un servizio trasmesso ieri sera da Le Iene su Italia 1 di essere stata indotta ad abortire durante la relazione con il giovane parroco della sua chiesa, don Giuseppe, su consiglio sia dello stesso sacerdote che dell’arcivescovo di Cosenza dell’epoca, monsignor Salvatore Nunnari. «Una vicenda che mi ha devastata», ha detto la ragazza. Nel servizio si riferisce anche dell’aggressione che le due inviate de Le Iene, la giornalista Valeria Castellano e l’operatrice video Giulia Mascaro, hanno subito a gennaio ad opera dei genitori del parroco, aggressione per la quale i responsabili sono stati denunciati dai carabinieri con l’accusa di percosse. Le Iene hanno anche trasmesso la testimonianza, anche questa anonima, di un altro sacerdote della zona che ha espresso critiche nei confronti sia del parroco che ha avuto la r elazione con la ragazza, sia di monsignor Nunnari. «Esprimo la personale tristezza e il dolore della Chiesa cosentino-bisignanense – afferma l’arcivescovo Nolè nella dichiarazione diffusa dall’ufficio per la pastorale delle comunicazioni sociali della Diocesi – e chiedo scusa per lo scandalo e il dolore arrecato alle vittime della vicenda, prima fra tutti la ragazza interessata, ma anche a quanti sono stati offesi e scossi dalla trasmissione che ha coinvolto una comunità parrocchiale, i sacerdoti e anche un vescovo che è stato duramente vilipeso da un membro del nostro Presbiterio. Vescovo e presbiterio si stringono attorno al Pastore emerito per esprimergli affetto e sincera fraternità». «Come vescovo resto disponibile ad incontrare la ragazza in questione se e quando lei vorrà, per un dialogo fraterno. Chiedo perdono a quanti, soprattutto ai semplici – afferma mons. Nolè – che a causa della controtestimonianza degli uomini di Chiesa, vivono sofferenze e subiscono scandali. Invito i cristiani dell’Arcidiocesi, soprattutto in questo tempo di Quaresima, ad intensificare la preghiera per la nostra Chiesa bella, santa e peccatrice, sempre bisognosa di conversione e di purificazione. La Diocesi, per quanto di competenza è già impegnata a fare chiarezza sulla vicenda e prenderà seri e opportuni provvedimenti canonici nei confronti di quanti hanno dato pubblico scandalo».