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Lavori sulla 106, indagati tecnici di Astaldi e Anas

CATANZARO Chiuse le indagini sui lavori nel tratto stradale di nuova costruzione della 106 che passa dallo svincolo di Germaneto. Ad essere indagati sono un ingegnere progettista della ditta Astaldi…

Pubblicato il: 14/03/2018 – 14:27
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Lavori sulla 106, indagati tecnici di Astaldi e Anas

CATANZARO Chiuse le indagini sui lavori nel tratto stradale di nuova costruzione della 106 che passa dallo svincolo di Germaneto. Ad essere indagati sono un ingegnere progettista della ditta Astaldi, che ha eseguito i lavori, insieme a due tecnici collaudatori esterni di cui uno per conto di Anas. L’accusa nei loro confronti è di cooperazione nel crollo colposo del muro di contenimento della scarpata adiacente alla sede stradale (articoli 113, 434 e 449 del codice penale). Già a maggio dello scorso anno la Procura di Catanzaro aveva aperto un fascicolo seguito dal procuratore capo Nicola Gratteri, dagli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Capomolla e dal sostituto Vito Valerio. Il tratto della 106 era stato subito posto sotto sequestro e gli accertamenti sui lavori fatti erano stati affidati a un pool di tecnici esperti.
Lavori, quelli eseguiti sulla 106 che porta a Germaneto, costati centinaia di milioni di euro. Ma il risultato sono scarpate che presentano scoscendimenti in più punti, il piano stradale interessato da pericolosi avvallamenti e nelle gallerie, dove solo di recente la funzionalità degli impianti è stata ripristinata, sono visibili crepe e lesioni nella struttura. E poi c’è la rampa numero 6 di Germaneto e il suo muro di contenimento che si stavano sfaldando anche a causa della mancanza di un idoneo sistema di drenaggio dell’acqua piovana. Troppi problemi, troppi interventi di manutenzione per un tratto aperto al traffico solo nel secondo semestre del 2011. Secondo le indagini condotte dalla magistratura catanzarese vi sono delle responsabilità oggettive, condotte omissive non solo nella realizzazione ma anche nel collaudo dell’opera.

«I FATTI MI DANNO RAGIONE» «Oggi, a distanza di 11 anni, i fatti mi danno ragione. Adesso sono io che chiederò “il conto” ad Astaldi per i danni provocati a me, come semplice cittadino, visto che percorro la 106 tutti i santi giorni, andata e ritorno. Anzi l’intera Calabria deve chiedere i danni ad Astaldi, in primis lo deve fare il Presidente Oliverio perché per “costruire” (si fa per dire) quel pezzo di 106, sono stati spesi centinaia di milioni. E subito dopo essere stata inaugurata in pompa magna, ha cominciato a perdere pezzi giorno per giorno. I lavori in corso sono ormai quotidiani:e chi li paga? Astaldi o li sta pagando l’Anas? E si può sapere finalmente quanto era stato l’appalto iniziale, e quanto invece è costata alla fine? È arrivato il momento di stabilire tutte le responsabilità». Sulla notizia della chiusura indagini sul tratto della 106 interviene Grazioso Manno, presidente del Consorzio di bonifica jonio Catanzarese che più di una disputa, anche a mezzo stampa, ebbe con Astaldi, anche riguarda ai lavorai realizzati dalla ditta sulla diga del Melito. Per le dichiarazioni espresse rispetto ai lavori condotti dal gruppo Astaldi – alla vigilia della visita in Calabria dell’allora Ministro dei Lavori Pubblici, Antonio Di Pietro, per l’inaugurazione dei lavori del secondo megalotto della Statale 106 del 5 aprile 2007 – Manno venne querelato. « per quella mia dichiarazione, Astaldi mi querelò con richiesta di risarcimento danni per 10 milioni di euro.Vinsi in primo e secondo grado, battendo Astaldi in Tribunale. Oggi, a distanza di 11 anni, i fatti mi danno ragione», dichiara oggi il presidente del Consorzio di bonifica jonio Catanzarese.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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