Frase shock sulle donne, azione disciplinare per la prof di Palmi
PALMI «Ritenendo che il comportamento fosse di particolare gravità», la dirigente scolastica del Liceo Pizi di Palmi «ha investito della vicenda l’Ambito territoriale provinciale, competente a decide…

PALMI «Ritenendo che il comportamento fosse di particolare gravità», la dirigente scolastica del Liceo Pizi di Palmi «ha investito della vicenda l’Ambito territoriale provinciale, competente a decidere tutte le infrazioni che comportano una sanzione disciplinare superiore ai 10 giorni di servizio». Lo afferma, in una nota, la stessa dirigente Maria Domenica Mallamaci intervenendo sulla vicenda della docente che, l’8 marzo scorso, durante la celebrazione della festa della donna in una classe, ha detto «le donne dovrebbero essere tutte sterminate» alla presenza di una ragazza minorenne la cui madre è misteriosamente scomparsa nel Vibonese il 6 maggio 2016, episodio per il quale la Procura di Vibo Valentia sta indagando per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere. La dirigente, che definisce la frase «odiosa», spiega di avere provveduto, «nell’immediatezza dei fatti non solo a verificare tempestivamente la veridicità di quanto accaduto, ma anche ad avviare tutti i necessari adempimenti prescritti dalla legge avviando la ritenuta e corretta azione disciplinare nei confronti dell’insegnante. La dirigente può solo applicare sanzioni inferiori a dieci giorni di sospensione. Alla luce della gravità che le parole pronunciate dall’insegnante hanno provocato – prosegue – ha ritenuto tale comportamento in contrasto con i doveri inerenti alla funzione docente e gravi negligenze con condotte lesive della dignità dell’alunna con contestuale grave pregiudizio alla scuola e alle famiglie; ragion per cui, ha chiesto l’intervento dell’ufficio scolastico provinciale». «La tempestività dell’intervento e la necessaria riservatezza richiesta sia a tutela della minore già provata dal nefasto evento che ha colpito la sua famiglia, nonché la altrettanta necessaria tutela da accordare alla comunità scolastica fino al concreto accertamento delle responsabilità che certamente sono e restano personali – conclude Maria Domenica Mallamaci – ha imposto a questa scuola, che si è sempre distinta per l’aver praticato percorsi di legalità, di attendere le determinazioni degli uffici competenti (Ufficio per i Procedimenti Disciplinari ATP di Reggio Calabria e Procura della Repubblica di Palmi). Spiace solo che una vicenda come questa, anche se tristissima, sia stata gestita senza alcun limite mediatico soprattutto a tutela del dolore e della stessa riservatezza che un minore avrebbe meritato».
L’INTERVENTO DEL GARANTE «In relazione a quanto successo al liceo scientifico di Palmi, dove un’insegnante, nel giorno della festa della donna, ha detto che “le donne andrebbero tutte sterminate”, con l’aggravante della presenza di una studentessa la cui madre risulta essere tragicamente scomparsa, ho provveduto a convocare un’audizione presso i miei uffici alla presenza della docente stessa, del tutore legale della minorenne e dei vertici scolastici locali, provinciali e regionali, al fine di esaminare tutte le lesioni che la vicenda contempla». Lo afferma il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria. «Ho parlato con la dirigente scolastica del Liceo, Marica Mallamaci – aggiunge Marziale – e mi ha riferito di avere attivato immediatamente tutte le procedure previste entro i limiti delle sue peculiari possibilità; adesso tocca ai livelli scolastici superiori. Resta il fatto che stiamo parlando di un istituto da sempre punta di eccellenza della pubblica istruzione scolastica calabrese e quanto accaduto deve inchiodare alle proprie responsabilità la sola protagonista, il cui atteggiamento, oggi più di ieri, mi sento di dover stigmatizzare, supportato dal fatto che alla dirigente scolastica la stessa ha riferito di essere convinta della bontà della sua tesi, senza dimostrare alcun ravvedimento». «Tuttavia – prosegue Marziale – non posso non registrare l’appunto mossomi dalla dirigente Mallamaci su ulteriori violazioni di cui è vittima la studentessa, e precisamente riferite alla violazione della privacy con possibili ricadute sul piano emotivo. La dirigente mi ha informato che il tutore della ragazza le ha inviato una comunicazione narrando gli accadimenti in aula. La stessa comunicazione ha fatto in fretta a diventare pubblica, e c’è da chiedersi per mano di chi. Darla in pasto alla stampa ha significato violare una serie di accorgimenti contemplati dall’ordinamento legislativo e volti alla tutela della minorenne». «Successivamente, e conseguentemente – prosegue Marziale – è seguita altra comunicazione che ha portato all’esplosione della notizia con tanto di precisi e specifici riferimenti all’identità della minorenne. La notizia doveva essere data, perché quanto accaduto merita lo stigma più totale e la scuola, in quanto sistema, non può accettare che nel corpo dei docenti si annidino persone che agiscono in maniera completamente antitetica rispetto ai canoni dell’educazione, ma nessuno ha badato alla tutela della minorenne. Pertanto – conclude il sociologo – nell’audizione che ho fissato per il prossimo 3 aprile intendo acquisire informazioni, che trasmetterò al presidente del Tribunale per i minorenni reggino, Roberto Di Bella, ed al procuratore della Repubblica presso lo stesso Tribunale, Giuseppina Latella».