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Reggio, due o tre killer per l'agguato di Gallico

REGGIO CALABRIA Erano due o forse anche tre i killer che venerdì notte hanno partecipato all’agguato in cui ha perso la vita Fortunata Fortugno, sarta 47enne colpita alla testa mentre era fra le brac…

Pubblicato il: 21/03/2018 – 18:25
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Demetrio Logiudice e Fortunata Fortugno

REGGIO CALABRIA Erano due o forse anche tre i killer che venerdì notte hanno partecipato all’agguato in cui ha perso la vita Fortunata Fortugno, sarta 47enne colpita alla testa mentre era fra le braccia del suo amante, Demetrio Logiudice. Un delitto anomalo, su cui le indagini proseguono sotto strettissimo riserbo. Di famiglia normale e senza alcun legame con ambienti di criminalità organizzata lei, ex sorvegliato speciale, in passato condannato per mafia lui, i due lavoravano nel medesimo quartiere, a pochi isolati di distanza l’uno dall’altro. Sebbene entrambi coniugati, da tempo avevano una relazione che potrebbe aver infastidito più di qualcuno. Ma gli investigatori, che da giorni lavorano sul caso, non si sbilanciano su un possibile movente passionale del delitto. Al contrario, alcuni dettagli potrebbero portare su altre piste. Chi venerdì notte ha sparato lo ha fatto per uccidere. E cercando di lasciare meno tracce possibili. Contro i due amanti è stata usata una rivoltella caricata a proiettili camiciati, sparati da distanza ravvicinata, segno – suggeriscono fonti investigative – che i sicari non volevano lasciare scampo alla vittima designata. Tuttavia chi dei due amanti fosse il reale obiettivo dell’agguato, al momento non è dato sapere. Gli investigatori sono ancora al lavoro per tentare di capire se nel mirino dei killer ci fossero entrambi o se Fortunata Fortugno sia stata la vittima collaterale di un agguato teso ad eliminare Logiudice. Considerato amico personale di personaggi del calibro dei defunti boss Paolo Schimizzi e Mario Audino, già in passato coinvolto in indagini e processi per ‘ndrangheta, Mimmo “U boi” – così è conosciuto Logiudice – è un nome noto per gli investigatori. Sebbene negli ultimi anni avesse tenuto un basso profilo, limitando le proprie attività, quanto meno ufficialmente, ad un bar nei pressi del centro gestito insieme ai figli, «la caratura criminale del soggetto – avevano fatto sapere gli inquirenti poche ore dopo il delitto – non permette di escludere che fosse lui il vero obiettivo dell’agguato». Di certo, ragionano gli investigatori, chi venerdì notte ha colpito, sapeva o aveva imparato a conoscere le abitudini dei due, che evidentemente pensavano di non aver nulla da temere appartandosi a Gallico, nei pressi della fiumara. Un tempo cortile di casa degli arcoti, dove neanche un chiosco poteva essere piazzato senza chiedere permesso, la periferia Nord di Reggio da tempo è cambiata. Arresti, processi e lunghe detenzioni hanno creato un vuoto di potere e quella sembra essere diventata terra di nessuno in cui tutto è possibile.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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