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Ospedale di Lamezia, stop agli interventi programmati

Continua la gestione “allo sbaraglio” dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. Come altro si potrebbe definire l’amministrazione di un’Azienda sanitaria che porta il primo (per dimensioni…

Pubblicato il: 26/03/2018 – 15:31
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Ospedale di Lamezia, stop agli interventi programmati
Continua la gestione “allo sbaraglio” dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. Come altro si potrebbe definire l’amministrazione di un’Azienda sanitaria che porta il primo (per dimensioni e bacino d’utenza) presidio della provincia di Catanzaro a rimanere completamente sprovvisto di sterilizzatrici per gli attrezzi chirurgici e di pronto intervento? Ce n’erano cinque di sterilizzatrici, periodicamente bisognose di interventi e manutenzione fino a che, una dopo l’altra, si sono ridotte in fin di vita e oggi l’ospedale ne è completamente sprovvisto. Così, mentre il “Giovanni Paolo II” è piegato in doloso stato di emergenza, all’Asp di Catanzaro, stando alle indiscrezioni, si baccaglia se procedere a gara d’appalto o ad affidamento diretto spacchettando la spesa. Ma queste sono le voci dei soliti maligni. La verità mortificante è che Chirurgia ha dovuto interrompere gli interventi programmati riservando sale e strumenti solo per quelli d’urgenza. Ogni giorno c’è una navetta che fa la spola tra Lamezia Terme e Catanzaro, dove gli strumenti vengono sterilizzati al “Pugliese-Ciaccio”. Il Pronto soccorso, invece, che una sterilizzatrice propria non l’ha mai avuta, adopera i kit usa e getta. Prima il reparto di emergenza si rivolgeva alle altre unità, come Chirurgia o Ginecologia, per sterilizzare i propri attrezzi (kit per sutura, pinze e quant’altro). Si faceva la fila, insomma, anche perché bisogna aspettare almeno 20 minuti, dopo la sterilizzazione, perché i “ferri” si raffreddino. Ma se fino a poco tempo fa si vivacchiava oggi vi è una vera emergenza, uno stato di prostrante necessità che rende precaria la vita di reparti necessari come il Pronto soccorso, Chirurgia, Ginecologia. Nel frattempo a Catanzaro il sindaco Sergio Abramo si sgola nel dare aggiornamenti sulla nascita «del più grande polo sanitario della Calabria, attraverso l’integrazione tra le due Aziende ospedaliere», la Mater Domini e la Pugliese-Ciaccio. «Avremo un grande ospedale – fa sapere Abramo –, articolato su più plessi, con circa 800 posti letto e un considerevole numero di dipendenti che potrà anche aumentare». Necessita ricordare, in clima di Piano di rientro, che a Lamezia Terme, città da 70mila abitanti, senza contare l’hinterland, con annessa zona elisoccorso e vicino aeroporto, c’è un ospedale costruito per ospitare 680 posti letto che potrebbe diventare un ottimo filtro medico per i già intasati nosocomi catanzaresi (oggi costretti anche a sterilizzare i bisturi lametini). Potrebbe… se vi fosse una volontà politica. Potrebbe, e invece i suoi servizi vengono resi sempre più scadenti (vedi centro prelievi di cui abbiamo scritto qui). Nel silenzio dei suoi rappresentanti politici. Anche questo doloso.

Alessia Truzzolillo a.truzzolillo@corrierecal.it

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