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Parte il processo “Robin Hood”, Regione parte civile

Si costituiscono anche alcuni soci della Cooperfin. Il procedimento con rito ordinario vede imputati, tra gli altri, il consigliere regionale Salerno, l’ex presidente di Calabria Etica Ruberto e il…

Pubblicato il: 05/04/2018 – 18:30
Parte il processo “Robin Hood”, Regione parte civile

CATANZARO Ha preso piede giovedì mattina il processo (con rito ordinario) che vede imputati l’ex assessore regionale al Lavoro (e attuale consigliere regionale) Nazzareno Salerno (foto), l’ex dg del dipartimento 10 Vincenzo Caserta, l’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto, Maria Francesca Cosco, Antonio Cusimano, Bruno Dellamotta, Gianfranco Ferrante, Martino Valerio Grillo, Claudio Isola, Ortensio Marano, Patrizia Nicolazzo, Michele Parise, Saverio Antonio Spasari, Vincenzo Spasari, Damiano Zinnato, la società Cooperfin spa. Il procedimento nasce dall’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo e del Nucleo investigativo di Catanzaro coordinati da Procura ordinaria e Dda di Catanzaro. L’operazione “Robin Hood” è stata portata a termine il 2 febbraio 2017 e ha rivelato presunti illeciti che avrebbero portato alla distrazione dei fondi destinati al Credito sociale, ossia alle famiglie più povere, e dirottati, invece, con manovre ritenute illecite, sulla Cooperfin Spa di Ortensio Marano, società esterna alla Regione. La gestione del Credito sociale sarebbe stata così, con pressioni e minacce, sottratta a Fincalabra, ente in house della Regione, e destinata all’ente Calabria Etica, presieduta all’epoca da Pasqualino Ruberto, incapace, diversamente da Fincalabra, della gestione economico-fìnanziaria richiesta dal progetto. Da Calabria Etica a Cooperfin il passo è stato breve. Questo avrebbe comportato secondo l’accusa un ingiusto vantaggio alla società finanziaria, rappresentato dalla successiva aggiudicazione del servizio di partnership, ed un danno diretto ed immediato alla Regione Calabria in termini di conseguimento dei targets dinnanzi all’Unione Europea e ritardo nello svolgimento del progetto, controllo del capitale del Fondo Credito Sociale. Secondo le ipotesi accusatorie, Salerno avrebbe pattuito, accettato e ricevuto una somma di denaro pari ad almeno 230.739,46 euro da Ortensio Marano (tramite la società Cooperfin spa di cui Marano è socio ed amministratore delegato) al fine di far ottenere alla società Cooperfin spa il contratto d’appalto. Gli imputati sono, a vario titolo, accusati di truffa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio.
PARTI CIVILI Si sono costituite parte civile, giovedì, sia la Regione Calabria che alcuni soci della Cooperfin. Nel corso della fase preliminare si era costituito parte civile Bruno Calvetta, assistito dall’avvocato Giusy Caliò. Secondo l’accusa Calvetta avrebbe subìto pesanti minacce da parte di Salerno, Ferrante e Vincenzo Spasari al fine di affidare la responsabilità del progetto “Credito sociale” a Vincenzo Caserta, dirigente ritenuto vicino a Salerno.
Nel corso dell’udienza erano state sollevate eccezioni da parte delle difese sulla competenza territoriale chiedendo il trasferimento del processo da Catanzaro a Vibo Valentia. Eccezioni che sono state respinte dal collegio presieduto dal giudice Tiziana Macrì.
In questo procedimento il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Mario Murone, Francesco Iacopino, Giancarlo Pittelli, Giovanni Merante, Vincenzo Gennaro, Francesco Gambardella, Domenico Naccari.
La prossima udienza è stata fissata per il 14 giugno.

ale. tru.

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