COSENZA Dalla riunione di circolo del Pd Cosenza 1, nel quale militano i big del partito bruzio, le richieste alla Direzione regionale di sabato prossimo sono due e le avanza nel bel mezzo dell’assemblea il segretario provinciale Luigi Guglielmelli, poi in chiusura gli fa eco anche Magorno. Innanzitutto il commissariamento del partito nelle due città di Cosenza e Rossano-Corigliano che non hanno eletto il segretario cittadino. Poi la costituzione del gruppo unico in seno al consiglio regionale, fusione dunque tra Partito democratico e Democratici e Progressisti. Tra gli interventi, molte proposte e voglia di rimboccarsi le maniche, ma soprattutto pieno sostegno al governatore Oliverio e un “grazie” al governo Renzi-Gentiloni per quanto fatto non solo per Cosenza ma per l’intera Calabria. Magorno: «Siamo unici, per questo siamo il dibattito politico della nazione. Sono contro il ripristino dei vitalizi, ma la prima cosa è fare un gruppo unico alla Regione. Per farlo non c’è bisogno di una legge ma si producono 300mila euro di risparmio in due anni».
RISPETTIAMO LE REGOLE Per comprendere la dinamica nella quale si inserisce l’assemblea del partito a Cosenza bisogna tenere in considerazione innanzitutto la querelle sui vitalizi, poi la ferita ancora aperta del voto alle elezioni politiche del 4 marzo. «Quando sono stato eletto segretario – dice Guglielmelli – è stato approvato un documento in cui si diceva che le città con più circoli avessero l’obbligo di eleggere il segretario cittadino. Al comune dei Casali del Manco ci siamo riusciti a Cosenza e Rossano-Corigliano no. Adesso basta, mettiamo un veto agli interessi di chi sta nel partito e azzeriamo tutto».
Poi l’altro appunto del segretrario è rivolto al consigliere Giuseppe Giudicenandrea. «C’è un gruppo all’interno del consiglio regionale si chiama Democratici e Progressisti. Ecco – prosegue Guglielmelli – questo gruppo non ha più senso di esistere visto che è composto da due sole persone dato che Arturo Bova è militante di Leu. Si formi un unico gruppo così inizieremo a dare il buon esempio, facendo risparmiare i soldi pubblici e soprattutto snellendo di non molto le comunicazioni per la linea di partito».
E sempre in tema “vitalizi” Guglielmelli non lascia nessun sassolino nella scarpa. «Quando viene capovolta la verità non si rimane impalati con un sorrisino davanti alle telecamere, si difende chi sta nella tua stessa comunità».
PROPAGANDA MISTIFICATRICE Prima di avvicinarsi al microfono gli iscritti e simpatizzanti hanno aspettato crica tre ore. Ma Cosenza 1 si sa è il circolo di Nicola Adamo e più che per l’analisi del voto ci si aspettava una riflessione su quello che è andato in onda all’Arena di Giletti. «Secondo me la trasmissione l’ha finanziata qualche costruttore catanzarese. Tutto architettato ad arte contro di me e Oliverio». Il primo applauso scocca. «C’erano palazzinari che vivevano di rendita per il fitto degli uffici regionali. La cosa peggiore è stato vedere Giuseppe Giudiceandrea rinnegare un’opera che abbiamo fatto noi di centrosinistra e consegnarla a Scopelliti. Hanno fatto passare Giuseppe Giudiceandrea come quello che vuole eliminare i contributi ma sarà tutto il contrario cambia solo la base da retributivo a contributivo». Poi ritornando al voto. «Mi sono vergognato – conclude Adamo – di appartenere al Pd in questa campagna elettorale. Abbiamo chiuso il venerdì con una conferenza stampa sui debiti di Occhiuto e prima fatto una conferenza sul Psc con gli avvocati, senza curarci di proporre nulla di alternativo».
MA QUALI SECONDE LINEE Saranno fischiate le orecchie a Marco Ambrogio. Assente alla riunione del circolo in cui dovrebbe essere iscritto e candidato alla guida del partito a livello regionale. Il primo affondo lo dà proprio il segretario del circolo Cosenza 1 Gabriele Petrone. Il nome non lo fa mai apertamente ma il riferimento è palese. «Altro che seconde file, abbiamo alcuni che si candidano anche alle elezioni di condominio». E la dose la rincara Guglielmelli. «Mi mangio le mani. Fare più liste è un errore. Il regolamento è chiaro, quando si viene eletti –dice Guglielmelli – ci si deve iscrivere al Pd. Quello che è successo con il bilancio è paradossale, la linea del partito era di far emergere la contraddizione interna alla maggioranza e mettere in difficoltà Occhiuto e invece gli eletti con l’opposizione hanno fatto il gioco del primo cittadino». E all’ipotesi di defenestrare Marco Ambrogio ci pensa anche il capogruppo Pd in consiglio a Cosenza, Damiano Covelli. «Ci stiamo dicendo che la gente non ci capisce, come dargli torto. Ne siamo l’esempio perché da una parte siamo con il centrodestra e dall’altra facciamo il capogruppo del Pd in consiglio provinciale».
AZZERARE TUTTO Quattro circoli, circa milleduecento iscritti, terza forza con l’11,9% dopo le elezioni del 4 marzo. I numeri dei dem a Cosenza sono questi. «Non ci siamo, più non esistiamo». Frase preludio alle lacrime di Gabriele Petrone, segretario del circolo Cosenza 1. «Non possiamo avere iscritti e poi non prendere neanche i loro voti, dobbiamo fare un solo passo, avere un solo partito in città. Per ogni testa ci deve essere una tessera, non la gara a chi ne fa di più per poi avere i voti». E la proposta è applaudita da Magorno, così come da Enza Bruno Bossio. «Che ce ne facciamo di questi iscritti – dice la parlamentare – se poi non riusciamo a parlare ai ceti popolari. Stiamo pagando soltanto il nostro autoreferenzialismo». «Azzerare tutto è una necessità – spiega Magorno –, non solo nelle grandi città della nostra regione ma anche nei piccoloi centri, non possiamo distinguere il voto tra Cosenza e Rende, pensiamo ad un partito federale». Sui temi della città non si risparmia il giovane dirigente, membro dell’assemblea provinciale, Francesco Alimena che smonta le politiche del primo cittadino bruzio con le sue parole riuscendo a conciliare tutti gli argomenti politici e non.
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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